Milano, 3 nov. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in moderato ribasso appesantita dalla debole performance del comparto bancario. Al contrario gli acquisti hanno premiato i titoli oil in scia alla risalita delle quotazioni del petrolio. I mercato sembrano in stand-by in attesa delle prossime mosse delle Banche centrali, che si concentreranno nel mese di dicembre: da una parte la Federal Reserve, che potrebbe effettuare il primo rialzo dei tassi d’interesse, dall’altra la Bce, che dovrebbe annunciare il potenziamento del piano di quantitative easing. Tra gli spunti macro da segnalare gli ordini di fabbrica statunitense che a settembre hanno mostrato una flessione dell’1%, peggio delle attese che indicavano un calo dello 0,9%. Sul secondario stabile lo spread Btp-Bund poco sotto quota 110 punti base, mentre il rendimento del Btp decennale viaggia in area 1,65%. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,10% a 22.459 punti.
In rosso i titoli del comparto bancario: Mps ha ceduto il 2,72% a 1,641 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,27% a 7,075 euro, Ubi Banca l’1,34% a 6,625 euro, Unicredit l’1,10% a 5,825 euro. Intesa SanPaolo (-1,13% a 3,144 euro) ha diminuito il ribasso a Piazza Affari dopo le dichiarazioni del Ceo Messina che vede spazio per un extra dividendo rispetto ai 2 miliardi di euro indicati nel piano industriale. La banca ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 722 milioni di euro, in aumento rispetto ai 483 milioni dello stesso periodo dello scorso anno e oltre le attese che erano ferme a 683 milioni. A penalizzare il titolo è stato l’andamento dei ricavi: il margine d’interesse è infatti sceso del 9,3% a 1,91 miliardi.
Ben comprati i titoli oil in scia alla risalita del petrolio: Saipem ha guadagnato il 3,70% a 8,67 euro, mentre Tenaris è avanzata del 4,03% a 11,87 euro. Sotto i riflettori Fca (+0,22% a 13,43 euro) che in ottobre negli Stati Uniti ha venduto 195.545 auto, il 15% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si tratta del miglior ottobre dal 2001. Il dato è inoltre superiore alle aspettative degli analisti che si attendevano un progresso del 13%. Debole Prysmian (-0,15% a 19,44 euro) dopo che l’indagine promossa dall’Antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, avviata nel gennaio 2009 nei confronti della società dei cavi, è stata chiusa senza addebiti.
Vendite su Telecom Italia (-0,55% a 1,263 euro) che è in attesa di conoscere le reali intenzioni di Xavier Niel che oggi era atteso in Consob. Il finanziere francese nei giorni scorsi aveva fatto sapere di possedere posizioni lunghe su Telecom Italia per una partecipazione potenziale pari a circa il 15% del capitale.