Industria, Svimez: Il Sud nel 2014 ha perso popolazione e Pil sceso dello -1,4%

Roma, 27 ott. (LaPresse) – Nel 2014, così come negli ultimi anni precedenti, “gli investimenti fissi lordi hanno segnato una caduta maggiore al Sud rispetto al Centro-Nord: -4% rispetto a -3,1%”. Lo sostiene lo Svimez, l’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, nel suo rapporto presentato oggi alla Camera. Dal 2008 al 2014 gli investimenti fissi lordi “sono crollati del 38% nel Mezzogiorno e del 27% nel Centro-Nord, con una differenza tra le due ripartizioni di 11 punti percentuali”, sottolinea l’associazione.

PIL IN CALO. Nel 2014 il Pil nel Mezzogiorno è calato dell’1,3%, dimezzando la caduta dell’anno precedente (-2,7%), ma totalizzando comunque una diminuzione superiore di oltre un punto percentuale rispetto al Centro-Nord (-0,2%). E’ quanto riferisce nel suo rapporto annuale presentato stamane a Montecitorio lo Svimez, che sottolinea il fatto che è il settimo anno consecutivo che il Pil del Mezzogiorno registra un segno negativo, “a testimonianza della permanente criticità dell’area”.

CALABRIA LA PIU’ POVERA. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil per abitante nel 2014 è stato di 26.585 euro, risultante dalla media tra i 31.586 euro del Centro-Nord e i 16.976 del Mezzogiorno. La Calabria ha il Pil pro capite più basso, il Trentino Alto Adige quello più alto. Nel 2014 la regione più ricca è stata il Trentino Alto Adige, con 37.665 euro, seguita dalla Valle d’Aosta (36.183), dalla Lombardia (35.770), l’Emilia Romagna (33.107 euro) e il Lazio (30.750 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (22.927 euro); seguono la Sardegna (18.808), la Basilicata (18.230 euro), il Molise (18.222 euro), la Puglia (16.366), la Campania (16.335), la Sicilia (16.283). *La regione più povera è la Calabria, con 15.807 euro. L’associazione sottolinea che per il *Pil pro capite, “il Mezzogiorno nel 2014 è sceso al 53,7% del valore nazionale, un risultato mai registrato dal 2000 in poi”.

POPOLAZIONE IN CALO. Nel 2014 la popolazione meridionale italiana “è diminuita ulteriormente di circa 20mila unità, per effetto congiunto delle migrazioni verso il Centro-Nord o l’estero e per il calo delle nascite”. I dati emergono dal rapporto dello Svimez.

“Tra il 2001 e il 2014 sono emigrati dal Sud verso il Centro-Nord oltre 1,67 milioni di persone, a fronte di un rientro di 923mila unità: il Mezzogiorno ha quindi perso nettamente 744mila unità”, sostiene lo Svimez. Di questi, “il 70%, 526mila, sono giovani, di cui poco meno del 40% (205mila) laureati”. Da rilevare come negli “ultimi 15 anni i laureati emigrati siano cresciuti di 1.000 unità l’anno”.

Dinamiche simili per i pendolari di lungo raggio: “nel 2014 sono circa 120mila i residenti nel Sud che hanno trovato un’occupazione nel Centro-Nord, di cui circa il 25% donne”.