Bruxelles (Belgio), 23 set. (LaPresse) – Se si materializzassero “rischi al ribasso” sull’eurozona “non esiteremmo ad agire, il programma di acquisto di asset ha una sufficiente flessibilità”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo di fronte al Parlamento europeo. “Noi regolaremmo le dimensioni, la composizione e la durata a seconda dei casi, anche se più slancio della politica monetaria fosse necessario”.
Sull’economia dell’eurozona, ha aggiunto Draghi, sono emersi “rinnovati rischi al ribasso” da un euro “più forte”, dal calo del petrolio e dal rallentamento dei Paesi emergenti, ma “è troppo presto per giudicare con sufficiente fiducia” se questi fattori faranno slittare le proiezioni sul recupero dell’inflazione che hanno portato all’avvio del quantitative easing.
“Occorre più tempo per stabilire, in particolare, se la perdita di slancio della crescita nei mercati emergenti è di natura temporanea o permanente” e lo stesso serve capire sulle “forze motrici dietro il calo del prezzo internazionale delle materie prime e dietro i recenti episodi di forte turbolenza finanziaria”, ha aggiunto ancora Draghi.
“L’incertezza esiste”, ha affermato il numero uno dell’istituto di Francoforte rispondendo a una domanda. “In varie situazioni ho ribadito che se questa è causa di volatilità, se la volatilità crea un irrigidimento indesiderato delle condizioni di finanziamento e quello ha un effetto negativo sulle previsioni allora noi reagiamo, con vari strumenti nel nostro mandato, che sono tutti possibili”, ha dichiarato ancora Draghi. “E’ piuttosto chiaro che ci troviamo ora e siamo stati per un po’ in una situazione in cui le politiche monetarie sono andate a divergere”, ha spiegato a chi gli insisteva sulla possibilità di un’estensione del Qe.