di Giuseppe G. Colombo
Roma, 22 set. (LaPresse) – Male la prima. La strada per arrivare a un nuovo modello contrattuale si fa subito in salita: Cgil e Uil disertano il tavolo delle parti sociali a viale dell’Astronomia e lanciano un segnale senza equivoci a Confindustria: così non si va avanti, anzi non si parte neppure.
Al tavolo tecnico convocato questa mattina presso la sede dell’Associazione degli industriali italiani si presenta solamente la Cisl per il fronte sindacale. Sedie vuote, invece, per il sindacato guidato da Susanna Camusso e per la Uil di Barbagallo, che chiosa: “L’incontro tecnico di oggi sulle nuove regole contrattuali è saltato e non si svolgerà sino a quando non saranno riavviati i confronti per i rinnovi dei contratti nelle categorie interessate”.
Una posizione che lo stesso Barbagallo aveva anticipato già alla vigilia dell’incontro, sostenendo che se da Confindustria non fosse arrivato un segnale diverso rispetto a quello degli scorsi giorni la Uil non si sarebbe presentata al tavolo di confronto. Detto, fatto. Barbagallo punta il dito contro viale dell’Astronomia, sottolineando che Confindustria si “era impegnata” a proseguire le trattative di categoria e che solo “quando le condizioni pattuite saranno rispettate” il sindacato è pronto “a riprendere il negoziato interconfederale per la riforma del sistema contrattuale”.
Per la Cgil occorre prima arrivare allo sblocco dei tavoli dei rinnovi contrattuali, a iniziare da quelli relativi ai settori alimentare e chimico: solo dopo la ripartenza dei rinnovi, il sindacato di corso d’Italia è disposto a incontrare Confindustria e le altre sigle sindacali per discutere della nuova piattaforma contrattuale da mettere in piedi.
Cauta, ma più ottimista la Cisl: il segretario confederale Gigi Petteni ha partecipato alla riunione e ha sottolineato che Confindustria un segnale “lo ha dato”, dicendosi pronto a perseguire fino in fondo “ogni opportunità di incontro”.
L’intesa tra le parti sociali assume i contorni di una chimera con Confindustria che non sembra al momento disponibile a retrocedere rispetto alla propria posizione. Nel dibattito sul nuovo modello contrattuale si inserisce anche l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: “Si superino i veti e tutti discutano senza pregiudizi”, dichiara il presidente della commissione Lavoro del Senato, sottolineando che “l’esigenza di riformare il modello di contrattazione collettiva nasce dal fatto che i salari, secondo le vecchie regole, sono diventati una variabile indipendente rispetto agli andamenti dell’impresa e della stessa inflazione”.
“E così – spiega – continua l’anomalia italiana di bassi salari, bassa produttività, alto costo del lavoro per unità di prodotto”. Per Sacconi un’intesa tra le confederazioni consentirebbe “non solo di evitare una legge invasiva sulla rappresentatività, ma anche di rivendicare una sensibile tassazione di favore su queste componenti del reddito e la neutralità’ fiscale delle prestazioni da welfare integrativo”.
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