di Giuseppe G. Colombo
Roma, 10 set. (LaPresse) – Un passo in avanti. Il percorso per la costituzione di una bad bank italiana si fa in discesa dopo la visita a Roma della commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, che si dice “fiduciosa” sulla possibilità di arrivare a una soluzione sul dossier con le autorità italiane. Una visione positiva che la commissaria Ue evidenzia prima nel corso di un’audizione in Parlamento e poi in un incontro con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
La premessa per la Commissione europea è d’obbligo: sulla creazione della bad bank “ogni Paese deve trovare la propria soluzione ottimale perchè i prestiti incagliati non si trovano negli stessi settori in tutti gli Stati membri”, spiega la Vestager, sottolineando che in Italia “sono sparsi in molti settori e questo complica una soluzione”.
Ecco perchè il ragionamento di Bruxelles poggia sulla considerazione che spetta all’Italia scegliere la modalità per arrivare alla creazione di una band bank: con o senza aiuti di Stato. Certo è, ricorda la commissaria Ue, che, “se viene istituita una bad bank che può dare vantaggi a determinate banche, a quel punto va imposta la condizione della ristrutturazione perchè si utilizzano i soldi dei contribuenti”. Le acque si muovono e Bruxelles prende atto del fatto che “c’è uno sviluppo lento ma sicuro di un mercato per i prestiti deteriorati perché le banche grandi iniziano a venderli”.
L’Italia, dal canto suo, è perfettamente inserita nella cornice europea: nel comunicato diramato al termine dell’incontro a via XX settembre, si evidenzia che nel corso del faccia a faccia tra Padoan e Vestager “sono stati valutati positivamente i progressi sui diversi dossier condivisi tra le due istituzioni”, tra cui quello relativo alla gestione dei crediti in sofferenza.
Le intenzioni di Roma dovrebbero portare a un veicolo in grado di comprare e rivendere circa 60 miliardi di crediti morosi delle banche italiane. Il percorso per arrivare alla creazione di una bad bank si arricchisce di un nuovo tassello positivo: i contatti tra i funzionari del Mef e i responsabili antitrust Ue sono costanti, segno che l’intesa tra Bruxelles e Roma è sempre più vicina.
Una data ancora precisa non c’è: nel corso di una conferenza stampa alla sede della rappresentanza della Commissione Ue a Roma, la Vestager non si è sbilanciata sulla possibilità di arrivare alla creazione della bad bank italiana entro il 2015.