Milano, 11 ago. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso, aumentando le perdite in scia all’andamento negativo di Wall Street, che ha risentito come le altre Borse internazionali della decisione di Pechino di svalutare lo yuan dell’1,9%. Si tratta del maggiore taglio da vent’anni. Una mossa vista come un tentativo per sostenere l’economia dopo gli ultimi deludenti dati macro. Segno negativo anche per i principali listini europei. Chiusura in netto ribasso per il Dax di Francoforte: -2,68% a 11.293,65 punti. Perde l’1,86% il Cac40 di Parigi, a 5.099,03 punti, mentre l’Ibex di Madrid fa segnare un -1,41% a 11.152,30 punti. In calo anche il Ftse 100 di Londra, che chiude a -1,06% a 6.664,54 punti.
A pagare pegno sono stati soprattutto i titoli delle società più esposte alle esportazioni in Cina, visto che la decisione di Pechino è stata letta come una debolezza del potere d’acquisto da parte dei cittadini cinesi. In Grecia è stato trovato l’accordo tecnico tra Atene e i suoi creditori internazionali sul terzo piano di salvataggio che prevede aiuti per 85 miliardi di euro in tre anni. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,11% a 23.698 punti. Forti vendite sul settore del lusso dopo la svalutazione dello yuan decisa dalla Banca centrale di Pechino. Una mossa che alimenta ulteriormente i timori di un rallentamento dell’economia cinese, in particolare una flessione delle importazioni.
Anche Wall Street ha chiuso in rosso.