Milano, 4 ago. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso appesantita dalle vendite sui titoli del comparto bancario. Il clima resta incerto: la Borsa di Atene ha chiuso ancora in deciso ribasso dopo la debacle di ieri, quando gli indici ellenici sono crollati del 16% mettendo a segno il peggior tonfo dal 1987. Il governo di Atene, in vista della scadenza di un rimborso da 3,2 miliardi di euro con la Bce, punta a raggiungere un accordo sul terzo piano di salvataggio entro il 18 agosto. I radar degli investitori sono sempre rivolti in Oriente e, in particolare, in Cina, dove oggi la Borsa di Shanghai ha centrato il rimbalzo interrompendo una striscia negativa di tre sedute consecutive. Per sostenere il mercato azionario le autorità di Pechino hanno introdotto nuove regole contro le vendite allo scoperto (short-selling). In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,02% a 23.473 punti.
Vendite sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 2,24% a 15,65 euro, Montepaschi il 2,29% a 1,74 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,77% a 7,87 euro, Intesa SanPaolo il 2,6% e Unicredit lo 0,99%. Deboli i titoli maggiormente legati alle sorti del petrolio, che nonostante il rialzo odierno prosegue nei pressi dei minimi annuali (Brent sotto 50 dollari al barile, livello più basso da gennaio): Eni ha lasciato sul parterre l’1% a 15,78 euro, mentre Saipem è arretrata dell’1,53% a 7,71 euro. Male STM (-2,46%) all’indomani dei deludenti conti della statunitense Microchip, che è un riferimento importante all’interno del settore dei semiconduttori. La debolezza dei risultati (eps a 0,69 dollari contro attese di 0,81 dollari) è legata soprattutto alla domanda asiatica.
“Riteniamo che questo abbia implicazioni negative per il quarto trimestre di Stm perchè Microchip anticipa i trend nella distribuzione visto che diffonde ricavi quando è effettiva la vendita al cliente finale”, hanno spiegato gli analisti di Equita nel report odierno. Campari senza verve dopo aver chiuso il primo semestre con un utile netto di 77,9 milioni di euro, in crescita del 36% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le vendite si sono attestate a 757,9 milioni (+10,5%), mentre l’Ebitda è salito del 13% a 161,7 milioni. Dopo la pubblicazione dei risultati il titolo Campari aveva aggiornato i massimi storici a 7,57 euro per poi scivolare in negativo e archiviare la seduta con un calo dello 0,74%.
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