Fmi: Eurozona resta vulnerabile a shock negativi nel medio termine

Milano, 27 lug. (LaPresse/Finanza.com) – Un’economia che ha fatto dei passi avanti sulla strada del rafforzamento sia per fattori esterni (euro, petrolio) che interni (crescita domanda interna, Qe) ma che non è ancora fuori pericolo. Secondo la valutazione annuale del Fondo monetario internazionale nel medio termine l’eurozona rimane esposta a rischi di shock negativi.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prende atto dei passi avanti fatti dall’eurozona nel corso dell’ultimo anno. “L’economia si sta rafforzando – si legge nel documento – guidata da una domanda interna in crescita e supportata dalle basse quotazioni del petrolio, dal Quantitative easing della Banca centrale europea e dalla debolezza dell’euro”.

Uno scenario che non dovrebbe cambiare nel breve termine con il miglioramento della fiducia e le aspettative di inflazione in recupero. Tra i fattori di rischio negativi l’Fmi cita “la persistente debolezza dell’inflazione, il rallentamento dei mercati emergenti, le tensioni geopolitiche e la volatilità nei mercati finanziari portata sia dall’asimmetria nelle politiche monetarie sia dal rischio di contagio dalla Grecia”.

La crescita ancora modesta lascia l’eurozona “vulnerabile a shock esterni e a un prolungato periodo di bassa crescita”. Per tornare a scenari più brillanti nel medio termine gli esperti del Fondo invitano a proseguire sulla strada della pulizia dei bilanci bancari: “Si incoraggerebbe in tal modo l’investimento bancario e industriale mentre un accelerazione sulle riforme strutturali aiuterebbe a raggiungere una crescita duratura con riflessi positivi sull’andamento dell’economia globale“.