Atene (Grecia), 27 lug. (LaPresse/EFE) – Si apriranno formalmente martedì le trattative per un terzo salvataggio da concordare tra il governo greco e i creditori internazionali, che l’esecutivo conta di concludere entro il 18 agosto. “I gruppi di tecnici si riuniranno domani alla Banca di Grecia e, forse, alla direzione generale dei conti”, ha indicato una fonte all’agenzia Efe, aggiungendo che i capi delegazione arriveranno ad Atene “entro e non oltre il weekend”. Una portavoce della Commissione Ue ha detto in precedenza che le missioni delle istituzioni (Bce, Ue e Fmi) sono già ad Atene e hanno avviato i colloqui.
I lavori, stando a fonti interne al Ministero delle Finanze, si svilupperanno in parallelo su diversi tavoli, che analizzeranno singolarmente la situazione finanziaria, il tema delle pensioni, le relazioni sindacali, l’apertura del mercato dei prodotti e altri temi concordati nella riunione dei leader dell’eurozona dello scorso 12 luglio.
Proprio la valutazione della situazione finanziaria sarà uno dei punti cruciali, dal momento che le stime relative all’impatto della chiusura prolungata degli istituti di credito costringono a rivedere le previsioni di crescita economia. Secondo dati della Commissione europea citati dai media locali, per quest’anno ci si aspetta una caduta almeno del 4% del prodotto interno lordo, a fronte di previsioni una crescita dello 0,5% calcolata inizialmente.
A giugno intanto, mentre la crisi toccava il suo punto più critico, le somme depositate nelle banche greche sono calate di otto miliardi di euro. Lo ha annunciato la Banca centrale europea. Il totale dei depositi alla fine del mese si attestava a 127,5 miliardi di euro, il livello minore dal 2003. Nonostante la riapertura degli istituti, il tetto ai prelievi giornalieri è ancora in vigore.
In queste condizioni l’obiettivo del governo di un avanzo primario pari all’1% quest’anno sembra irraggiungibile, mentre alcune stime addirittura prevedono un deficit dell’1%. “L’avanzo primario per il 2015, 2016 e 2017 fa parte della trattativa. E’ solo chiaro che nel 2018 dobbiamo conseguire un avanzo del 3,5%”, ha sottolineato la stessa fonte alla Finanze. Che ha inoltre smentito categoricamente le informazioni diffuse dai media locali, secondo cui i creditori starebbero chiedendo l’approvazione di un terzo pacchetto di prerequisiti, dopo quelli approvati il 15 e il 22 luglio. “Né nell’accordo, né nelle due lettere che il ministro delle Finanze h scambiato con il Meccanismo europeo di stabilità, vi alcuna menzione di altri prerequisiti”, ha affermato la fonte del ministero delle Finanze.
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