Milano, 21 lug. (LaPresse) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso dopo la corsa delle ultime sedute e i massimi dall’ottobre 2009 toccati ieri dall’indice Ftse Mib. A pesare sono state le prese di beneficio che hanno colpito le banche, reduci dal rally delle precedenti giornate. Da inizio anno il saldo dell’indice Ftse Mib è positivo per circa 25 punti percentuali. Il mercato continua a guardare alle possibili mosse della Federal Reserve dopo che il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato che sono superiori al 50% le probabilità che il primo rialzo dei tassi si verifichi a settembre. Sul fronte greco non sono emerse novità dopo che il governo di Atene ieri ha ricevuto il prestito ponte da oltre 7 miliardi di euro che è stato utilizzato per ripagare gli arretrati con Bce e Fmi. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,32% a 23.712 punti.
Deboli i titoli del settore bancario: Banco Popolare ha ceduto il 2,08% a 15,99 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 3,02% a 8,325 euro, Popolare di Milano il 2,73% a 0,996 euro, Intesa SanPaolo il 2,28% a 3,514 euro, Ubi Banca l’1,16% a 7,665 euro, Unicredit l’1,57% a 6,25 euro. In controtendenza i titoli maggiormente legati alle sorti del petrolio, con il Wti che sta rimbalzando avvicinandosi in area 51 dollari al barile: Saipem ha infatti guadagnato l’1,75% a 8,69 euro, mentre Tenaris è avanzata dell’1,46% a 11,80 euro. Mediaset (+0,62% a 4,794 euro) ha rialzato la testa dopo la debolezza di ieri causata dalla bocciatura a neutral da parte degli analisti di Mediobanca, che in un report hanno consigliato di prendere “una pausa estiva” sul titolo del Biscione.
Dopo aver toccato nei primi scambi i massimi storici a 46,92 euro, Exor ha virato in negativo chiudendo con un ribasso dell’1,61% a 45,79 euro. Ieri Exor ha portato l’offerta per gli azionisti di PartnerRe a 140,5 dollari per azione. La società con sede alle Bermuda nel pomeriggio ha aperto a una possibile due diligence. PartnerRe ha però subito fatto sapere ai propri azionisti di continuare a preferire la fusione con Axis.
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