di Giuseppe G. Colombo

Roma, 21 lug. (LaPresse) – Un “significativo” salario di garanzia a favore dei lavoratori nelle aziende in cui non è prevista la contrattazione di secondo livello. E’ la Cisl a rilanciare con questa proposta il tema della revisione del sistema contrattuale in Italia, presentando un documento programmatico al Governo per arrivare il prima possibile a nuove regole.

Un ‘pressing’ che per il sindacato di via Po non può avere tempi dilatati, ma che deve concludersi verosimilmente entro settembre anche alla luce della scadenza di molti contratti. Per il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, le proposte avanzate all’esecutivo sono necessarie per “rilanciare la competitività delle imprese attraverso la valorizzazione del lavoro”. Lo schema della proposta si articola su un doppio binario, su cui si innesta la proposta del salario di garanzia: da una parte il contratto nazionale “più votato alle tutele generali normative e salariali”, dall’altro un rafforzamento della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale.

Sul primo fronte la Cisl è categorica: “Non ci sono moratorie”, afferma Furlan: i minimi salariali per il sindacato devono rimanere all’interno del perimetro del contratto nazionale. Niente proliferazione del ‘modello Marchionne’, insomma, che delega al contratto di secondo livello la parte riguardante il salario . Allo stesso tempo, tuttavia, il segretario della Cisl sottolinea la necessità di irrobustire il contratto aziendale attraverso un trasferimento di competenze dal contratto nazionale sulle materie che si gestiscono in azienda e sul territorio.

Nel documento del sindacato la novità più importante è costituita dal salario di garanzia, oltre a sottolineare l’importanza della “diffusione del welfare contrattuale a livello di azienda e di territorio come risposta ai bisogni sociali delle persone e come fattore di fattibilità per gestire i tempi di lavoro in modo più flessibile nella ricerca della conciliazione tra esigenze delle aziende e delle persone.

Individuati gli obiettivi e i tempi per perseguirli, la Cisl ha ben chiaro anche come arrivare a questo risultato: “Il Governo deve fare il proprio mestiere”, spiega Furlan, che è quello di “sostenere” il progetto di riforma. I compiti, in altre parole, spettano alle parti sociali e Furlan auspica che il fronte con Cgil e Uil possa procedere compatto su questo tema, oltre ad aprire le porte a Confindustria, nonostante la stessa Furlan non risparmia una tirata di orecchie all’associazione degli imprenditori di viale dell’Astronomia in quanto non condivide l’idea di Squinzi per il quale i rinnovi contrattuali non si fanno in assenza di un nuovo modello. “I tavoli contrattuali devono continuare e nel frattempo costruiamo il modello per il futuro”, afferma la leader della Cisl. Fare in fretta, insomma, è la parola d’ordine della Cisl perchè, sottolinea Furlan, “c’è un tempo massimo oltre il quale il Governo poi decide lui”.

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