Torino, 21 lug. (LaPresse) – “I dati dell’Istat dimostrano che le famiglie più povere hanno talmente ridotto i consumi allo stretto indispensabile, da avere una minore inflazione rispetto a quelle più ricche, che possono permettersi anche spese non obbligate. Nonostante la media dell’inflazione sia particolarmente bassa, +0,1%, il differenziale tra il primo e l’ultimo gruppo è particolarmente elevato, 0,5 punti percentuali. Un segno delle differenze esistenti nei consumi tra chi arriva a fine mese e chi non ce la fa più. Un indicatore delle disparità sociali”, ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori. L’Unc chiede che, mensilmente, contemporaneamente al dato dell’inflazione ufficiale, “sia resa nota l’inflazione dei pensionati al minimo e l’analisi dell’aumento del loro costo della vita”.