Bruxelles (Belgio), 13 lug. (LaPresse) – Entro 48 ore le prime riforme, poi una serie di impegni, in cambio di un sostegno compreso tra 82 e 86 miliardi di euro in tre anni: ecco tutti i punti dell’intesa firmata stanotte a Bruxelles dopo 17 ore di negoziati.
Iva e pensioni entro 48 ore. Entro mercoledì 15 luglio, cioè tra due giorni, la Grecia dovrà adottare la riforma dell’Iva, quella delle pensioni, quella dell’Elstat (l’istituto nazionale di statistica) e introdurre tagli semi-automatici alla spesa in caso di deviazioni dall’obiettivo del surplus primario. “Solo conseguentemente alla implementazione legale delle prime quattro misure su menzionate – recita il documento – così come alla assunzione di tutti gli impegni inclusi in questo documento dal Parlamento greco, verificato dalle istituzioni e dall’Eurogruppo, potrà essere presa la decisione di dare mandato alle istituzioni di negoziare un memorandum di intesa”.
Codice di procedura civile entro il 22 luglio. Entro il 22 luglio la Grecia dovrà adottare invece la riforma del codice di procedura civile e recepire la direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) sul fallimento degli istituti di credito.
Obbligo dell’ok preventivo della Troika alle leggi. D’ora in avanti “il governo necessita di consultarsi e accordarsi con le istituzioni (Commissione Ue, Fmi e Bce) su tutte le bozze di legge in aree rilevanti, con un anticipo di tempo adeguato, prima di sottoporle alla consultazione pubblica o al Parlamento”.
Programma da 82-86 miliardi. Il programma Esm vale tra 82 e 86 miliardi di euro, spalmati in tre anni. I primi 12 dovranno essere messi a disposizione della Grecia subito, con un prestito ponte: 7 entro il 20 luglio (quando scadranno obbligazioni in pancia alla Bce per 3,5 miliardi) e altri 5 entro metà agosto (ne scadranno altri 3,2 miliardi). Restano infatti anche gli 1,6 miliardi già scaduti verso il Fmi, mentre domani scade un altro impegno per 450 milioni.
A cosa serviranno. Le risorse serviranno per oltre metà a rifinanziare i 46 miliardi di debiti della Grecia con Fmi e Bce. Altri 25 miliardi, che saranno restituiti grazie alle privatizzazioni, saranno destinati al rifinanziamento delle banche. Una decina serviranno alle necessità del governo.
Il fondo da 50 miliardi. Sarà creato un fondo ad hoc, con sede ad Atene (i tedeschi chiedevano Lussemburgo, la sede è stato un successo dei greci) al quale saranno conferiti gli asset greci da privatizzare: l’obiettivo sarà raggiungere i 50 miliardi. I primi 25 saranno usati per la ricapitalizzazione delle banche. Dopo quella soglia, saranno impiegati per metà in abbattimento del debito e per metà in investimenti. In sostanza, per ottenere la possibilità di impiegare un miliardo di euro in investimenti, la Grecia dovrà cedere 27 miliardi di asset pubblici: i primi 25 andranno alle banche, un miliardo andrà all’abbattimento del debito pregresso e un altro miliardo andrà finalmente in investimenti.
Fondo monetario resta centrale. “Lo Stato membro della zona euro che richiederà l’assistenza finanziaria dal Esm rivolgerà, ove possibile, richiesta analoga al Fmi. Questa è una condizione necessaria affinché l’Eurogruppo approvi un nuovo programma Esm. Pertanto la Grecia richiederà il sostegno continuo dell’Fmi (monitoraggio e finanziamento) a partire da marzo 2016”.
Torna la Troika. Il testo impone il ritorno delle ispezioni della Troika, per “normalizzare pienamente i metodi con le istituzioni, incluso il necessario lavoro sul campo, per migliorare l’implementazione e il monitoraggio del programma”.
Licenziamenti collettivi. “Quanto ai mercati del lavoro”, si legge nel testo, la Grecia deve “intraprendere riesami rigorosi e la modernizzazione della contrattazione collettiva, dell’azione industriale e, in linea con la direttiva e le migliori prassi pertinenti dell’Ue, dei licenziamenti collettivi secondo le scadenze e l’approccio convenuti con le istituzioni”.
Misure compensative per controriforme Tsipras. “Fatta salva la legge sulla crisi umanitaria, il governo greco riesaminerà, per modificarla, la legislazione introdotta in contrasto con l’accordo del 20 febbraio retrocedendo dagli impegni del precedente programma, o individuerà chiare misure di compensazione equivalenti per i diritti acquisiti creati successivamente”.