Roma, 16 giu. (LaPresse) – Nei primi tre mesi del 2015 lo shopping russo in Italia si è più che dimezzato: Mosca è sparita dalle prime dieci destinazioni per l’export tricolore. A incidere in modo determinante le pesanti sanzioni introdotte dall’Unione Europea dopo la crisi scoppiata in Ucraina nel 2014, i cui effetti si sono ripercossi anche sulle imprese nostrane. Da un’analisi dell’Associazione Italiana Commercio Estero aderente a Confcommercio, emerge che quello dell’agrifood è il settore più danneggiato dalle limitazioni imposte sull’esportazione di prodotti alimentari, con perdite che si stimano essere superiori al miliardo di euro e un calo in percentuale di almeno il 25%. Effetto boomerang anche per gli altri settori merceologici, condizionati dall’impossibilità per le banche russe di poter garantire i pagamenti dei compratori nei confronti dei fornitori italiani.
E ora le restrizioni economiche e commerciali imposte a Mosca rischiano non solo di frenare i primi segnali di ripresa della nostra economia, ma anche i consumi da parte dei turisti provenienti dall’Est dell’Europa. Secondo un’indagine realizzata da Federmodaitalia-Confcommercio, nel primo trimestre dell’anno c’è stato un calo molto pesante sia in termini di volume di acquisti (-54%), che in valore delle transazioni (-56%) da parte dei clienti russi. A farne le spese, soprattutto le città italiane di maggior attrazione turistica, Milano (-7%) e Verona (-16%), così come il comparto moda, abbigliamento e pelletteria.