Milano, 8 giu. (LaPresse) – “Aspettiamo da 40 anni la riforma fiscale: abbiamo bisogno di un fisco semplice, affidabile ed equo. Senza paura cioè di continui aggiornamenti al rialzo, come speriamo non accada con la riforma del catasto“. Così Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, nella sua relazione all’assemblea annuale che si svolge alla fiera di Rho-Pero. “Per noi una buona riforma fiscale vuol dire almeno tre cose” spiega Sangalli, ovvro: pochi tributi, semplici da pagare, riduzione generalizzata delle aliquote Irpef, fabbisogni e costi standard. “Il caso della Tari è emblematico: per questo tributo, a parità di servizi pubblici, le differenze possono toccare il rapporto di 1 a 10 tra due comunità che sono vicine, tra due comuni che sono uno a fianco all’altro. Non è ammissibile in una moderna democrazia” spiega Sangalli.
“Bisogna interrompere quel circolo vizioso che porta al continuo incremento della pressione fiscale – prosegue Sangalli – da un lato lo Stato taglia i trasferimenti a Regioni e Comuni ma non riduce il prelievo di propria competenza. Dall’altro Regioni e Comuni per sopperire al taglio dei trasferimenti devono aumentare i tributi locali”. I costi del mancato coordinamento tra livelli di governo sono interamente sostenuti dai cittadini secondo Confcommercio.