Milano, 14 apr. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso, appesantita dal comparto bancario, dopo aver toccato ieri i massimi da inizio 2010 sopra la soglia dei 24.000 punti. Ad alimentare le tensioni è sempre la Grecia che secondo il Financial Times starebbe preparando un piano di default qualora non dovesse raggiungere un accordo con Bruxelles e i suoi creditori durante l’Eurogruppo in programma il 24 aprile. Indiscrezioni comunque seccamente smentite dal governo di Atene. Nel pomeriggio il Fmi ha confermato a +3,5% le previsioni di crescita globale per il 2015, in linea con quanto indicato a gennaio. Tagliate invece le stime sugli Stati Uniti: la prima economia mondiale è vista espandersi al ritmo del 3,1% quest’anno rispetto al +3,6% indicato in precedenza complice anche l’effetto dell’apprezzamento del dollaro Usa. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,07% a 23.752 punti.
Vendite diffuse sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,46% a 14,14 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,12% a 7,84 euro, Popolare di Milano l’1,50% a 0,948 euro, Intesa SanPaolo il 2,56% a 3,114 euro, Mediobanca il 2,03% a 8,90 euro, Ubi Banca lo 0,46% a 7,485 euro, Unicredit il 2,54% a 6,325 euro. Negativa Salvatore Ferragamo che ha lasciato sul parterre il 3,74% a 30,58 euro in scia alla bocciatura arrivata questa mattina da Exane. Gli analisti della banca francese hanno tagliato il giudizio sul titolo della maison del lusso a neutral dal precedente outperform. Saipem non ha smesso di correre mostrando un progresso del 3% a 11,66 euro. Ieri la Consob ha ufficializzato la salita del fondo statunitense Dodge&Cox a circa il 12% del capitale della controllata di Eni.
Exor (+0,34% a 43,36 euro) in controtendenza dopo che il Cda ha approvato i risultati del 2014 che si è chiuso con un utile netto pari a 323,1 milioni di euro, in calo dai 2,08 miliardi di dodici mesi prima. La variazione negativa, ha spiegato un nota diramata dalla holding, deriva principalmente dalle minori plusvalenze realizzate nell’esercizio. Il Nav è stato pari a 10,16 miliardi, in crescita del 14,8% rispetto a fine 2013. Telecom Italia (invariata a 1,132 euro) sotto i riflettori dopo che si è confermato il fermento del comparto europeo delle telecomunicazioni. Nokia ha infatti confermato di aver avviato trattative per acquistare il suo concorrente franco-americano Alcatel-Lucent. Ad anticipare la notizia era stato ieri il quotidiano francese Les Echos,che parlava però di un interesse di Nokia solo per la rete di telefonia mobile di Alcatel-Lucent e non dell’intera società.