Francoforte (Germania), 19 mar. (LaPresse) – Il quantitative easing lanciato dalla Bce “non ripristinerà” la crescita pre-crisi nell’eurozona, a causa di “alcuni venti contrari”. Lo sostiene Standard & Poor’s in un rapporto. L’agenzia di rating riconosce che l’allentamento monetario dell’Eurotower “sta deprimendo i rendimenti dei titoli di Stato e sta indebolendo l’euro, creando un nuovo senso di ottomismo”, ma “senza riforme strutturali più profonde” peseranno “tendenze demografiche negative, rallentamento della globalizzazione, una frenata della crescita della produttività e bassi investimenti”. Secondo S&P le politiche monetarie della Bce “possono aiutare a stabilizzare le economie nel breve termine”, ma “potrebbero essere controproducenti nel lungo periodo sottoponendo i rating sovrani a nuove pressioni al ribasso”. L’agenzia internazionale sostiene che il quantitative easing e i bassi tassi di interese nell’eurozona “non sono gli unici venti favorevoli” alla crescita, spinta anche dal calo del prezzo del petrolio “di circa la metà a partire dall’estate del 2014” che ha migliorato il reddito disponibile.
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