Milano, 10 feb. (LaPresse) – “Non siamo interessati a fonderci con delle banche popolari, non ci sono sinergie, il nostro modello retail è uno stadio evolutivo rispetto alle banche di prossimità. Se poi ci saranno attività, o basi di clientela, che potrebbero essere cedute, questo potrebbe interessarci. In Italia finora si sono venduti solo sportelli insieme ai clienti, non si cedono solo clienti”. Così Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca, in merito ad un possibile interesse verso le banche popolari, in vista delle aggregazioni e trasformazioni in spa, legate al decreto varato dal governo. “Noi siamo sempre stati vicini alle popolari – aggiunge – le conosciamo bene”. A prescindere dal decreto del governo, prosegue Nagel “ci sono tematiche che sono poste dallo scenario dei tassi e dall’evoluzione tecnologica dei consumatori, per cui per tutte le banche si pone il tema di redditività sul capitale investito”. In vista di “un consolidamento prima ancora della trasformazione in spa – continua -, che è un tema posto da tutti gli intermediari, potremo dare una mano, avendo lavorato da tanti anni con le popolari”.
Per quanto riguarda l’ipotetica creazione di una ‘bad bank’, per Nagel “ci sono però dei problemi normativi e tecnici da superare. Bisogna evitare un aiuto di Stato, e deve funzionare. Finora non si è trovata una buona soluzione a questi problemi, e che quindi invogli gli intermediari ad usarla, perché se non viene utilizzata non assolve il suo compito. Noi possiamo dare una mano, come sarà ritenuto opportuno, ma bisogna trovare soluzione convincente a queste due tematiche”.

