Bce, Visco: C’è grave rischio macroeconomico, ora riforme più semplici

Torino, 24 gen. (LaPresse) – “Sto bene dove sto, mi piace il mio lavoro”. Così Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, intervistato da ‘la Stampa’, nega qualsiasi suo ruolo nella corsa al Quirinale e preferisce concentrarsi sul QE della Bce. Visco rivela che il consiglio direttivo ha discusso le ipotesi più estreme, condivisione piena o azzerata degli acquisti, e ha scelto “un compromesso”. “C’è un grave rischio macroeconomico: con alti debiti pubblici e privati e una ripresa che stenta per la domanda bassa, si rischiano spirali negative – spiega Visco – intendiamo riportare l’inflazione e le aspettative in linea con la definizione di stabilità dei prezzi. I canali attraverso i quali le nuove misure potranno sortire risultati sono molteplici: il credito bancario, la ricomposizione dei portafogli finanziari, anche il tasso di cambio, che non è un obiettivo della politica monetaria ma è una componente importante della sua trasmissione”. “La minore incertezza che deriverà dal Qe porrà le basi per rendere meno costosa la realizzazione delle riforme, attualmente frenate dalle condizioni cicliche avverse” spiega Visco. “Il punto molto importante è aver riconosciuto all’unanimità che questi acquisti sono uno strumento di politica monetaria. E l’ampia maggioranza del Consiglio direttivo ha ritenuto di utilizzarli da subito; solo pochi reputano che i rischi di deflazione siano ancora contenuti” prosegue nella sua disamina Visco. Infinee Visco si esprime sulla riforma delle Banche popolari: “Ci sono popolari grandi e piccole” spiega Visco, e “grazie alla trasformazione in Spa, le popolari che lo vogliono potranno anche crescere di più e potranno andare più facilmente sul mercato quando ne avranno necessità. Quanto alle banche di credito cooperativo, bisognerà agire per portare anch’esse a un grado di integrazione e di efficienza operativa migliore. Esistono, infatti, ampi margini per sfruttare in maniera più efficace i benefici connessi con una maggiore integrazione della categoria”.