Draghi estrae bazooka: Qe da oltre 1.000 mld, ma a Paesi 80% rischio

Francoforte (Germania), 22 gen. (LaPresse) – Un quantitative easing “molto ampio” di almeno 1.140 miliardi di euro di acquisti di titoli di Stato e privati dell’eurozona. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha estratto il tanto atteso ‘bazooka’ per contrastare il rischio deflazione e sostenere la ripresa nell’area dell’euro. Gli acquisti partiranno a marzo e saranno pari a 60 miliardi di euro al mese almeno fino a settembre del 2016. Ma potrebbero essere estesi fino a che l’inflazione non sarà risalita all’obiettivo dell’Eurotower “sotto ma vicino al 2%”. L’inflazione nell’area dell’euro è stata negativa per lo 0,2% a dicembre e, ha ammesso Draghi, “rimane su livelli più deboli del previsto”. Ma il banchiere centrale ha assicurato che, nonostante il rallentamento della crescita dell’eurozona che rimane “considerevole”, con il Qe “i rischi dovrebbero diminuire”. Il numero uno dell’Eurotower ha tuttavia ammonito: resta “cruciale” che “le riforme strutturali siano attuate rapidamente, in modo credibile ed efficace” per spingere gli investimenti, la fiducia e la crescita.

Il piano supera le aspettative della vigilia, con le indiscrezioni che parlavano di acquisti per 50 miliardi di euro al mese. Tuttavia uno dei punti controversi era chi dovesse accollarsi il rischio dell’operazione. Alla fine la Bce ha deciso di lasciarlo per l’80% in capo alle Banche centrali nazionali, con una condivisione di appena il 20% in capo all’Eurosistema. Gli acquisti potranno riguardare un’ampia gamma di titoli di livello ‘investment grade’, con scadenze dai 2 ai 30 anni. Sono previsti inoltre dei tetti massimi: non si potrà superare una quota pari al 33% del debito di ciascun emittente e il 25% di ciascuna emissione. Infine Paesi sotto il programma di assistenza di Ue e Fmi dovranno soddisfare criteri aggiuntivi. Sul via libera al quantitative easing in consiglio direttivo “c’è stata un’ampia maggioranza, così ampia che non c’è stato bisogno di votare”, ha detto Draghi incalzato dai giornalisti. Il banchiere centrale ha stemperato la tensione dopo il consiglio attribuendo l’inconsueto ritardo della conferenza stampa agli “ascensori che non funzionavano”.

La politica della Bce si conferma estremamente accomodante. Il quantitative easing va infatti ad aggiungersi agli acquisti in essere di covered bond e Asset backed securities (Abs). Inoltre il tasso di interesse è stato mantenuto al minimo storico dello 0,05% e l’Eurotower ha deciso di abbassare di 10 punti base il costo della liquidità a cui le banche possono accedere con le aste di rifinanziamento a lungo termine Tltro (ne rimangono sei). Draghi ha inoltre ricordato che queste misure straordinarie sono affiancate, all’occorrenza, dal programma Omt, ovvero il cosiddetto scudo ‘anti-spread’ che permetterebbe ulteriori acquisti di titoli sovrani se un Paese lo richiedesse. Almeno fino a luglio il Qe non dovrebbe interessare la Grecia. Il consiglio direttivo, ha voluto sottolineare ancora il banchiere centrale, “è stato unanime nello stabilire che gli acquisti” previsti dal Qe “sono uno strumento monetario a tutti gli effetti” e rientrano quindi nell’ambito del mandato. Nel corso della conferenza stampa di Draghi lo spread del Btp a 10 anni ha sfiorato quota 100 punti base, per poi risalire oltre 110 punti, mentre l’euro ha oscillato intorno a quota 1,15 dollari. Le Borse europee hanno invece reagito aumentando la volatilità.