Francoforte (Germania), 4 dic. (LaPresse) – La Bce taglia le stime dell’eurozona su crescita e inflazione, ma rimanda l’eventuale annuncio di un quantitative easing europeo per cui “serve lavorare ancora”. Il presidente della Bce, Mario Draghi, è stato però molto chiaro: “Non tollereremo prolungate deviazioni dalla stabilità dei prezzi”. E i tecnici di Francoforte sono più pessimisti sui prezzi rispetto a tre mesi fa.
Le nuove stime vedono un’inflazione nell’eurozona allo 0,5% nel 2014, allo 0,7% nel 2015 e all’1,3% nel 2016, contro i rispettivi 0,6%, 1,1% e 1,4%, di settembre. L’acquisto di titoli di Stato potrebbe essere dunque solo rinviato “a inizio 2015”, quando la Bce riconsidererà gli effetti delle misure straordinarie già messe in campo – acquisti di Abs, covered bond e le aste a lungo termine Tltro – sul bilancio della Banca centrale e sull’andamento dei prezzi con “un’attenta valutazione” dei rischi portati dal calo del prezzo del petrolio. E’ un fatto, ha sottolineato il banchiere centrale, che la crescita si sia “indebolita” e che la ripresa resti “modesta” anche in prospettiva. L’Istituto di Francoforte vede ora il Pil al +0,8% nel 2014, al +1% nel 2015 e al +1,5% nel 2016. A settembre la crescita veniva stimata allo 0,9% quest’anno, all’1,6% il prossimo e all’1,9% nel 2016.
Nessuna sorpresa dunque dalla prima riunione del consiglio direttivo nella nuova sede della Bce alla Grossmarkthalle, il sito in cui sorgevano i vecchi mercati generali di Francoforte. I tassi sono stati infatti tenuti fermi sui minimi storici: allo 0,05% il tasso principale, al -0,20% quello sui depositi e allo 0,30% quello marginale. Tra gli analisti erano scese, negli ultimi giorni, pure le aspettative di annunci su acquisti di titoli di Stato già nella riunione di dicembre. Anche se, ha ammesso Draghi, lo staff della Bce “ha intensificato i preparativi per ulteriori misure, che potrebbero, se necessario, essere attuate in maniera tempestiva”. Anche perché “nei prossimi mesi sarà possibile un ulteriore calo dell’inflazione legato ai prezzi energetici”.
Il banchiere centrale ha ribadito che “se necessario” il consiglio direttivo “resta unanime” nell’eventuale ricorso a misure non convenzionali. Ma inizio 2015 “significa presto, non vuol dire al prossimo vertice”, ha chiarito. Rispondendo alle domande dei giornalisti Draghi ha difeso un eventuale Qe che “è tra gli strumenti eleggibili nell’ambito del nostro mandato” e che per essere attivato “non ha bisogno dell’unanimità” nel consiglio direttivo. Sembra un messaggio alla Germania e, in particolare, al presidente della Bundesbank e membro del consiglio, Jens Weidmann, che si è più volte detto contrario agli acquisti di titoli di Stato.
A chi gli chiedeva a proposito del piano del nuovo presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, per 315 miliardi di euro di investimenti in Europa, Draghi ha detto che la Bce ha “fiducia” nel programma che “è l’unica iniziativa che abbiamo, ed è giustamente focalizzata sugli investimenti”. Tuttavia il numero uno dell’Istituto di Francoforte ha sottolineato che sul lato della domanda, in particolare per la componente degli investimenti, “più azioni sono necessarie”. E ha ribadito che una “insufficiente” implementazione delle riforme strutturali resta “un rischio al ribasso chiave” per l’eurozona. “Non siamo qui a dare lezioni ai governi o a ricattarli per dir loro quello che devono o non devono fare”, ha però aggiunto.
BORSE SOFFRONO. Appreso della ‘fumata nera’ sull’acquisto dei titoli di Stato, le Borse europee sono precipitate in territori negativo, in particolare Milano e Madrid, che hanno chiuso rispettivamente a -2,77% e -2,35%. L’euro invece è balzato di slancio sopra quota 1,24 dollari. Dopo essersi impennato sopra quota 130 punti base, lo spread Btp-Bund si è invece raffreddato tornando in chiusura a 126 punti base.