Roma, 31 ott. (LaPresse) – “Le banche italiane dovranno continuare a rafforzarsi per poter finanziare adeguatamente l’economia”. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo alla 90esima giornata mondiale del risparmio. “Il loro modello di attività, incentrato sull’intermediazione diretta del risparmio piuttosto che su investimenti in attività finanziarie complesse e opache, può ben servire allo scopo, ma deve essere rivisitato e irrobustito, superando i limiti emersi durante la crisi”, ha sottolineato Visco.

NON SIAMO IN DEFLAZIONE, MA NON IGNORARE RISCHI – “Non siamo in deflazione, ma non possiamo ignorarne il rischio concreto”, ha avvertito Visco, sottolineando che “la rapida definizione di tutti gli aspetti di questa strategia e l’attuazione dei singoli interventi nei tempi previsti sono indispensabili per il recupero di fiducia nelle prospettive della nostra economia”. Visco si riferiva alla “strategia di riforma volta a innalzare il potenziale di sviluppo del Paese” messa in campo dal Governo.

OCCORRE RIDURRE CREDITI DETERIORATI BANCHE – “Per l’intero sistema bancario italiano rimane l’esigenza di far fronte, con decisione – ha detto ancora Visco – all’elevato ammontare dei crediti deteriorati, la cui crescita sta ancora proseguendo, anche se a ritmi attenuati rispetto a quelli degli scorsi anni”. “La loro consistenza – ha aggiunto Visco – può essere ridotta attraverso politiche attive di gestione e di recupero, certamente più agevoli in un migliore contesto macroeconomico e con cessioni in blocco di attività deteriorate, che andranno favorite da un ulteriore innalzamento dei loro tassi di copertura”.

CONFIDIAMO IN BENEFICI DA VIGILANZA BANCARIA PER UE E ITALIA – “Confidiamo che dal nuovo sistema di vigilanza bancaria scaturiscano benefici per il nostro Paese come per l’Europa”, ha affermato inoltre il governatore della Banca d’Italia. “Per conseguirli – ha sottolineato – va assicurato l’impegno congiunto della Bce e delle autorità nazionali: sono necessarie unità d’intenti e condivisione delle responsabilità”.

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