Milano, 7 ott. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso dopo il deludente dato sulla produzione industriale tedesca, scesa ad agosto del 4%, e il taglio delle stime sulla crescita mondiale da parte del Fmi. L’istituto di Washington prevede per l’Italia nel 2014 una contrazione del Pil pari allo 0,2% (rispetto al +0,3% indicato in luglio), mentre nel 2015 dovrebbe tornare a crescere con un progresso dello 0,8%. Il Fmi ha tagliato le stime di crescita anche per Germania, Francia e per l’intera area euro. Secondo gli esperti la Bce ga preso misure forte nelle ultime riunioni ma, se le prospettive di inflazione non dovessero migliorare, l’Eurotower dovrebbe essere pronto a fare di più. Il listino milanese ha inoltre aumentato le perdite nel pomeriggio in scia all’andamento negativo di Wall Street. E così a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,73% a 19.771 punti.
Deboli i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto lo 0,17% a 11,19 euro, Intesa SanPaolo il 2,05% a 2,284 euro, Mediobanca il 2,05% a 6,67 euro, Ubi Banca il 2,46% a 6,34 euro, Unicredit l’1,31% a 6,025 euro. Invariata la Popolare di Milano a 0,637 euro. In rosso la galassia Agnelli. Cnh Industrial ha lasciato sul parterre il 4,58% a 6,135 euro in scia al profit warning lanciato dalla rivale Agco, che opera anch’essa nel comparto dei macchinari agricoli. Il gruppo americano ha tagliato le sue previsioni per l’intero 2014 prevedendo un utile per azione tra 4,10 e 4,30 dollari rispetto ai 5 dollari indicati in precedenza. Fiat ha perso il 2,09% a 7,245 euro dopo che il Nyse e Borsa Italiana hanno comunicato di aver approvato le quotazioni delle azioni ordinarie Fca a partire da lunedì 13 ottobre. Venerdì sarà quindi l’ultimo giorno del titolo Fiat a Piazza Affari. Questa mattina il Lingotto ha fatto sapere che si sono avverate tutte le condizioni sospensive alla fusione di Fiat in Fiat Chrysler Automobiles (FCA) previste dal progetto di fusione approvato dall’assemblea lo scorso 1 agosto. Male il comparto dell’energia a partire dai colossi pubblici: Enel ha perso il 2,24% a 3,922 euro, mentre Eni ha lasciato sul parterre il 2,31% a 17,30 euro. In rosso anche Enel Green Power (-1,99% a 1,914 euro) in scia al downgrade di JPMorgan. Il broker Usa ha tagliato il giudizio sulla controllata verde di Enel a neutral dal precedente overweight.
Wdf (-2,69% a 7,58 euro) ha proseguito il trend ribassista dopo il crollo di venerdì e la debole seduta di ieri. Giovedì il Cda del gruppo della famiglia Benetton ha accettato le dimissioni dell’a.d. Josè Maria Palencia predisponendo una struttura manageriale ad interim per la transizione. Durante la conference call con gli analisti, il management ha confermato la guidance per il 2014 ma di fatto, secondo alcuni analisti, ha lanciato un profit warning che li ha portati a rivedere le loro stime.