Lavoro, Squinzi: Dato drammatico, siamo tornati a momenti peggiori

Rimini, 29 ago. (LaPresse) – “Quello appena uscito è un nuovo dato drammatico sull’occupazione, siamo tornati ai momenti peggiori. Questo è ciò su cui dobbiamo riflettere”. Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, commenta il dato Istat sulla disoccupazione durante il suo intervento al Meeting di Rimini. “La crescita, che è l’unica modo per creare lavoro, non può arrivare che dall’impresa – aveva premesso Squinzi – non ho mai creduto alla finanza. Se non c’è una visione chiara e precisa di dove produrre, e su che mercati essere presenti, non c’è stratagemma di tipo finanziario che possa dare lo stesso risultato”.

PIL NEGATIVO ANCHE NEL 2014. Squinzi ha poi lanciato l’allarme sul Pil. “L’Italia – ha detto – da 20 anni vive sopra i propri mezzi e possibilità, disperde ricchezza. Perché così stiamo riducendo il nostro livello di vita. Il Pil continua a scendere, e anche nel 2014 a meno di un miracolo, avremo un altro dato negativo come nel 2012 e 2013, magari meno pesante”.

TAGLIARE IL CUNEO FISCALE. “Chi deve decidere, prenda anche delle decisioni dolorose, ma che ci riportino a crescere. Un intervento sul cuneo fiscale, sarebbe stato più produttivo a livello di Pil. Dobbiamo fare quei tagli necessari a ricreare lavoro, anche per avere un progresso sociale vero in questo Paese”, ha sottolineato il presidente di Confindustria

ITALIANI PRONTI A SACRIFICI. Squinzi è convinto che gli italiani siano pronti a fare altri sacrifici. “Io sono pronto, l’Italia mi piace, ma i sacrifici devono servire a una crescita nel medio lungo termine. Non dobbiamo aspettarci miracoli, non avremo una crescita rapida nei prossimi anni – ha aggiunto – serve una prospettiva, non prendiamo come scuse che anche la Germania sta andando verso un Pil negativo. Noi viaggiamo da 15 anni a +0,7%. Dobbiamo guadare dentro di noi”.

WELFARE SOLO INCIDENDO SU TESSUTO SOCIALE. “Tutti gli annunci che vengono fatti si scontrano con la carenza di mezzi, dobbiamo prepararci a fare dei sacrifici. Non possiamo illuderci di mantenere questo nostro welfare, che è molto avanzato, senza incidere sul tessuto sociale”, ha continuato il presidente nel suo intervento al Meeting di Rimini. “Siamo sopravvissuti fino ad adesso grazie al ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalle famiglie. E’ una situazione che non può durare a lungo – aveva premesso – siamo un Paese manifatturiero, possiamo anche utilizzare altre opportunità come il nostro patrimonio turistico, ma essenzialmente dobbiamo rendere le nostre imprese competitive”.

ITALIA SENZA FUTURO. Duro il commento sui dati Istat sulla disoccupazione giovanile. “Un Paese con il 43% di disoccupazione giovanile non ha futuro”, ha detto. E sulla fiducia ha concluso: “Può venire solo dal percepire che la politica ha una visione di futuro su dove il Paese va e dove vuole arrivare. Solo così possiamo ritrovare la fiducia, ma se non è chiaro, sarà difficile”.