Milano, 6 ago. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso con l’indice Ftse Mib che ha ceduto il 2,70% a 19.509 punti. Il paniere ha toccato un minimo intraday sotto quota 19.400 punti, livello minimo degli ultimi sei mesi. A innescare la spirale ribassista è stato il dato sul Pil italiano del secondo trimestre che ha sancito l’entrata in recessione tecnica del Paese. Nel trimestre tra aprile e giugno è stato registrato un calo dello 0,2% dopo il -0,1% evidenziato nel primo trimestre. Su base annua la flessione è stata dello 0,3%. Dati che hanno deluso le attese del mercato che indicavano una crescita marginale dello 0,1 per cento sia a livello trimestrale sia a livello annuo. A contribuire alla seduta negativa sono state anche le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, con Mosca che ha spostato circa 20.000 soldati al confine orientale dell’Ucraina.
Girandola di vendite sui titoli del comparto bancario: Montepaschi ha ceduto il 5,94% a 1,18 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,60% a 5,87 euro, Popolare di Milano l’8,29%, Intesa SanPaolo il 3,32%. Ennesima giornata di passione per Fiat, più volte congelata al ribasso in mattinata e che alla fine ha chiuso con un tonfo del 5,5% a 6,805 euro. A pesare è sempre l’ipotesi di recessi elevati da parte degli azionisti contrari alla fusione con Chrysler, approvata a maggioranza dall’assemblea della scorsa settimana. Senza contare che più l’azione arretra in Borsa, più aumentano le indiscrezioni di un alto numero di recessi, il cui prezzo è fissato a 7,70 euro (oltre il 15% in più rispetto agli attuali prezzi di Borsa). Ieri Fiat ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna dichiarazione di esercizio del diritto di recesso. Seduta da dimenticare per i titoli della galassia Enel: la casa madre ha lasciato sul parterre il 3,59% a 3,92 euro, mentre la controllata Enel Green Power ha perso il 3,9%.
Male Atlantia (-3,30% a 17,96 euro) in scia alla bocciatura giunta questa mattina da parte di Bofa Merrill Lynch. Gli analisti della banca d’affari statunitense hanno rivisto al ribasso la raccomandazione sul titolo della società attiva nel settore autostradale riducendola a neutral dal precedente buy a causa delle più basse previsioni sul traffico per quest’anno e per il prossimo. Di contro Pirelli ha guadagnato l’1,36% all’indomani dei conti pubblicati a mercati chiusi. Il gruppo degli pneumatici ha chiuso il primo semestre con profitti pari a 192 milioni di euro, in rialzo del 28,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre i ricavi sono diminuiti del 3,3% a 2,98 miliardi di euro in scia all’impatto negativo dei cambi. Telecom Italia (-2,61% a 0,8035 euro) ha chiuso il primo semestre dell’anno con un utile netto a 543 milioni di euro rispetto alla perdita di 1.407 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, che scontava però una svalutazione dell’avviamento. I ricavi sono ammontati a 10.551 milioni di euro, in calo dell’11,2% rispetto agli 11.888 milioni di euro dei primi sei mesi del 2013 (-1.337 milioni di euro). L’Ebitda si è attestato a 4.345 milioni di euro, in flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente di 356 milioni di euro (-7,6%) e in linea con il consensus Bloomberg (4,36 miliardi).