Milano, 26 giu. (LaPresse/Finanza.com) – Ancora una giornata negativa per Piazza Affari che, dopo una prima parte di seduta positiva, ha progressivamente ceduto terreno complice la debolezza di Wall Street all’indomani della delusione arrivata dal Pil Usa (-2,9% annualizzato nel primo trimestre dell’anno, maggiore contrazione degli ultimi 5 anni). Il Ftse Mib ha così chiuso le contrattazioni in flessione dello 0,39% a 21.384,54 punti. Non esaltanti i dati macro arrivati oggi da Oltreoceano con in particolare la spesa delle famiglie che ha segnato a maggio un rialzo dello 0,2% rispetto al mese precedente, deludendo le attese degli analisti che avevano pronosticato un aumento dello 0,4%. In Italia doccia fredda dalle nuove stime di Confindustria che vede il Pil 2014 crescere solo dello 0,2 per cento rispetto al +0,8% indicato dal governo. Oggi si è tenuta anche l’asta Bot che ha visto l’assegnazione dei titoli semestrali al rendimento medio dello 0,309%, in decisa diminuzione rispetto allo 0,492% della precedente asta di Bot semestrali tenuta a fine maggio. Si tratta del livello di rendimento più basso dall’introduzione dell’euro.

Sul parterre milanese spicca il rally di Mediaset (+2,11%) in attesa della decisione della Lega calcio sull’assegnazione dei diritti tv per la Serie A. La decisione sui diritti, che era attesa per ieri, è stata nuovamente posticipata con l’assemblea della Lega di Serie A che non ha ancora preso una decisione in merito all’assegnazione dei diritti tv del campionato di calcio per il triennio 2015-2018. Secondo le ultime indiscrezioni a Sky e Mediaset avrebbero raggiunto un’intesa con il pacchetto satellite a Sky mentre Mediaset avrà le partite delle migliori 8 squadre sul digitale terrestre.Acquisti anche su Ferragamo (+3,56%) promossa a neutral da Credit Suisse che precedentemente aveva rating underperform sul titolo del lusso. “Non vediamo più un rischio materiale di ribasso per l’azione (scesa del 25% da inizio anno contro il +2% del settore), grazie a un profilo di crescita migliore e a livelli di valutazione meno esigenti”, spiegano gli analisti di Credit Suisse, che si dicono fiduciosi riguardo il mercato statunitense e italiano.

In difficoltà il comparto bancario con ribassi marcati per Banco Popolare (-1,94%), Ubi Banca (-2,16%) e Unicredit (-1,76%). Ha ripreso fiato Bpm (-2,25%) dopo il rally della vigilia in scia alla decisione di Bankitalia di rimuovere gli add-on patrimoniali (requisiti aggiuntivi patrimoniali) imposti dopo gli accertamenti effettuati dal settembre 2010 al marzo 2011. Sulla base dei risultati al 31 marzo scorso, a seguito dell´integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale da 500 milioni di euro, della parziale cessione detenuta in Anima Holding e dell’integrale rimozione degli add-on sul patrimonio, il Common Equity Tier 1 Ratio di Bpm sale dal 7,30% all´11% circa. Un livello che permette all’istituto milanese di “affrontare con più fiducia il futuro”, ha rimarcato l’ad di Bpm, Giuseppe Castagna, che ha dichiarato sul Sole 24 Ore che la banca potrà eventualmente “partecipare da pari a pari a un processo di aggregazione”. Debole anche Stm (-2,28%) che ha annunciato l’intenzione di emettere obbligazioni convertibili per un ammontare nominale di un miliardo di dollari. I bond saranno emessi in due tranche: una a 5 anni senza garanzia di interessi e l’altra a 7 anni con interessi tra lo 0,5% e l’1% pagabili semestralmente.

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