Venezia, 14 giu. (LaPresse) – “L’Irap è una cosa totalmente inspiegabile a livello internazionale. So benissimo che abbiamo dei vincoli di bilancio, ma non è una tassa molto intelligente”. Così l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, intervistato da Skytg24 a margine del Consiusa, a Venezia. “Se vogliamo veramente incoraggiare l’aumento dell’occupazione nel Paese – ha proseguito Marchionne – non può esserci una tassa che si basa sui dipendenti che hai”. In generale sull’azione di governo Marchionne ha aggiunto che “è un momento molto strano, non spingiamo”. “Daremo – ha aggiunto – il tempo al governo di adeguarsi, i passi fatti vanno nella direzione giusta”.
“ESSENZIALE IL CAMBIO DI LEADERSHIP IN UE”. Il cambio della leadership in Ue, ha proseguito Marchionne, è “essenziale” perché “abbiamo la grandissima opportunità di cambiare il discorso, di voltare pagina”. “Da quasi vent’anni – ha aggiunto Marchionne – ho a che fare con Bruxelles e ho sempre trovato un muro di gomma nell’assumersi le responsabilità delle scelte che venivano fatte”. Per il manager italo-canadese “non c’è la possibilità di continuare con il discorso tedesco di austerità in conseguenza degli eccessi di bilancio, questa politica ormai non ha più futuro”. Marchionne ritiene che il governo italiano “specialmente” avrà “un ruolo molto più importante in Europa, considerando la debolezza della posizione francese”. “Auspico – ha detto ancora l’a.d. – che il governo andrà a rimpiazzare quello che è il ruolo tradizionale della Francia, spero che Renzi lo faccia”. Marchionne ha spiegato che “l’unica cosa per far ripartire l’Europa è l’impegno industriale. La Fiat sta facendo, nel suo piccolo, quello che bisognerà continuare a fare in una maniera molto coerente con tutti gli attori industriali”.
“SPERO ACCORDI FIAT DIVENTINO MODELLO IN UE”. “Noi – ha continuato – abbiamo fatto una scelta piuttosto chiara: siamo usciti da Confindustria e abbiamo deciso di fare accordi sindacali direttamente con i rappresentanti dei nostri lavoratori. E’ una cosa che credo e spero diventerà il modello per un’Europa e un’Italia nuove”. Alla domanda se si senta più tutelato dal governo di Renzi, che parla di superamento della concertazione, Marchionne ha risposto: “No guardi non credo, ma apprezzo quello che si è detto”. La Fiat, ha aggiunto l’a.d. del Lingotto, “è stata costretta a fare delle scelte, non può essere più limitata da rimasugli di accordi nazionali che, ormai, una multinazionale che ha 300 mila dipendenti in tutto il mondo non può più gestire”.