Roma, 10 giu. (LaPresse) – Gli adempimenti amministrativi hanno pesato per 30,9 miliardi sulle piccole e medie imprese italiane nell’ultimo anno. E’ quanto si legge nel rapporto dell’ufficio studi di Confartigianato, presentato in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione. “Sul fronte della burocrazia nell’ultimo anno le piccole e medie imprese hanno speso in oneri amministrativi 30.980 milioni di euro, equivalenti a 7.005 euro per ciascuna piccola e media impresa e pari a due punti di Pil”, si legge nello studio. Inoltre, secondo Confartigianato nel 2014 gli italiani pagheranno 25,7 miliardi in più di tasse rispetto alla media dei cittadini dell’eurozona: si tratta di 420 euro di maggiori imposte pro capite.

Per l’organizzazione degli artigiani “quella che doveva essere una riforma all’insegna della semplificazione si è trasformata nel groviglio Imu, Tasi, Tari sotto l’egida della fantomatica Iuc, che ha reso ingestibili i tributi locali”. Mentre, sottolineano ancora la Confartigianato, il ritardo dei pagamenti dei crediti che le imprese vantano nei confronti della P.a. “provoca un extracosto di 2 miliardi di euro” a carico delle stesse imprese fornitrici. Il presidente dell’associazione, Giorgio Merletti, sottolinea nella sua relazione che “tra aprile 2008 e marzo 2014, sono state approvate 629 norme fiscali, di cui 389 hanno portato nuove incombenze e costi burocratici: come dire che il fisco si è complicato alla velocità di 1 nuova norma alla settimana”. Per Merletti “occorre finalmente avere il coraggio di ridurre la pressione fiscale che grava su imprese e famiglie, attraverso una rigorosa riqualificazione della spesa improduttiva”.

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