Milano, 30 mag. (LaPresse) – La squadra pronta per il futuro dell’Ilva è la stessa scesa in campo, un anno fa per rilevare Acciai Speciali Terni, messa in vendita da Outokumpu per evitare una posizione dominante nel mercato dell’inox. E’ quanto ricostruisce oggi ‘il Sole 24 Ore’. La cordata fallì nell’obiettivo (Ast fu riacquistata da ThyssenKrupp, che l’aveva in precedenza ceduta ai finlandesi), ma ora ritorna in campo anche se con obiettivi e presupposti completamente diversi. Lo schema è in parte identico: ArcelorMittal dovrebbe assumere una posizione preponderante nella eventuale cordata (fermo restando il ruolo dei Riva nella ricapitalizzazione), mentre Marcegaglia e Arvedi (che per dimensione e capacità finanziaria non possono certo ambire a un ruolo di peso nel ridisegno dell’assetto proprietario di Taranto) si ritaglieranno un ruolo da pivot, con l’obiettivo di garantire l’italianità dell’operazione. L’interesse di ArcelorMittal per Ilva si è palesato all’inizio dell’anno, dopo una serie di contatti con la famiglia Riva registrati già nel 2013, prima dell’avvio dell’era Bondi.
Il gruppo franco-lussemburghese-indiano, che si è confermato anche nel 2013 al vertice del ranking mondiale dei produttori (con 96,1 milioni di tonnellate) è tra i pochi al mondo in grado di sostenere il peso di un’operazione-monstre come quella che si prospetta. Secondo alcune fonti industriali ArcelorMittal potrebbe essere invece interessata soprattutto a “togliere di mezzo” un concorrente, ridimensionandone l’attività e puntando su alcuni asset d’eccellenza specifici, come per esempio gli impianti di Novi Ligure relativi alla produzione di laminati zincati per il settore automotive.
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