Roma, 28 mag. (LaPresse) – Aumentano i disoccupati e sempre più italiani scelgono di cercare fortuna all’estero. Soprattutto i giovani, che sono i più colpiti dalla crisi. Crescono inoltre le famiglie dove la donna è l’unica ad avere un lavoro, mentre 3 milioni di nuclei vanno avanti senza che nessun componente della coppia abbia un’occupazione. Tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia si contano 6,3 milioni di senza posto. E’ questo il quadro tracciato dall’Istat nel rapporto 2014 ‘La situazione del Paese’, presentato oggi a Roma. L’Italia è un Paese fermo anche sul lato demografico. L’Istituto statistico riferisce infatti che nel 2013 si stima che siano stati iscritti all’anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno rispetto al minimo storico registrato nel 1995.
“PIL +0,6% NEL 2014, MA RISCHI”. Nel 2014 l’Istat prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari allo 0,6% in termini reali. Per il biennio successivo, la crescita dell’economia italiana si attesterebbe all’1% nel 2015 e all’1,4% nel 2016. “Queste previsioni sono tuttavia soggette a rischi e incertezza derivanti dall’andamento della domanda globale, dalle condizioni di accesso al credito e dagli effetti delle politiche economiche”, si legge ancora nel rapporto.
“DISOCCUPATI RADDOPPIATO”. Il numero di disoccupati in Italia è raddoppiato dall’inizio della crisi: nel 2013 arriva a 3 milioni 113 mila unità. “In quasi sette casi su dieci – si legge ancora nel rapporto – l’incremento è dovuto a quanti hanno perso il lavoro, con l’incidenza di ex-occupati che arriva al 53,5% (dal 43,7% del 2008)”.
“GIOVANI IN FUGA”. Negli ultimi cinque anni quasi 100mila giovani (94mila) hanno lasciato l’Italia. Solo nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. Per cercare lavoro in Italia i giovani (15-34 anni) ricorrono prevalentemente alla rete informale di parenti e conoscenti (81,9%), inviano curriculum (76,3%), utilizzano Internet (63,6%) e consultano le offerte sui giornali (51,5%). Inoltre, il 39,8% sceglie un canale di intermediazione; il 29,3% il centro pubblico per l’impiego e il 20,8% altre agenzie private. Rispetto al 2008 crescono considerevolmente il ricorso a Internet (22,1 punti percentuali in più) e al centro per l’impiego (+5,8 punti), specialmente nel Nord.
“AUMENTANO ESPATRI”. Sono sempre più numerosi gli italiani che si trasferiscono all’estero: aumentano gli espatri e calano i rientri. Nel 2012 gli italiani di rientro dall’estero sono circa 29 mila, duemila in meno rispetto all’anno precedente. Al contrario, è marcato l’incremento dei connazionali che decidono di trasferirsi in un Paese estero. Il numero di emigrati italiani è pari a 68 mila unità, il più alto degli ultimi dieci anni, ed è cresciuto del 35,8% rispetto al 2011.
“CALA IMMIGRAZIONE”. Gli ingressi di cittadini stranieri in Italia si sono attenuati con la crisi: 321mila nel 2012, il 27,7% in meno rispetto al 2007. “E’ in aumento inoltre il numero di stranieri che lasciano lo stivale: circa 38 mila cancellazioni nel 2012, +17,9% rispetto all’anno precedente”, si legge ancora.
“MANOVRE RECORD, MA POCHI EFFETTI SU CONTI”. La dimensione delle manovre fiscali attuate complessivamente in Italia dal 2010 è stata notevole (pari a -15 miliardi per il 2011, a -75 miliardi per il 2012 e a -92 miliardi per il 2013), ma gli effetti sul miglioramento dei conti pubblici sono stati in gran parte limitati dal cattivo andamento dell’economia, che ha raffreddato in particolare la dinamica delle entrate.
“POCHI INVESTIMENTI ESTERI”. L’Italia “stenta ad attrarre investimenti diretti esteri”. “Nel 2011 – si sottolinea nel rapporto – sono state circa 13.500 le imprese a controllo estero: occupano quasi 1,2 milioni di addetti e spiegano il 13,4% del valore aggiunto del sistema produttivo (meno che in Francia, Germania e Spagna)”.