Banche, Abi: Nel I trimestre ripartono mutui (+20%)

Banche, Abi: Nel I trimestre ripartono mutui (+20%)

Roma, 20 mag. (LaPresse) – Nei primi tre mesi del 2014 emergono “taluni segnali di miglioramento” sul fronte dei mutui per l’acquisto di abitazioni, anche in un contesto in cui continua la riduzione delle compravendite. Lo scrive l’Abi nel suo outlook mensile. In particolare, prosegue l’associazione bancaria, nei primi tre mesi dell’anno le nuove erogazioni (riferite a un campione di 88 banche) hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’Abi evidenzia che l’indice di accessibilità nel per l’acquisto di case nel 2013 registra un “significativo miglioramento che lo riporta in linea con i valori pre-crisi superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani”. In particolare, spiega l’associazione bancaria, l’accessibilità è peggiore al Centro Italia, soprattutto per la presenza di grossi agglomerati urbani, di una notevole attrattività turistica e di un patrimonio residenziale di particolare pregio. Invece, sottolinea l’Abi, “generalmente le regioni meridionali presentano una più alta facilità di accesso all’acquisto di abitazioni, grazie ad un prezzo relativo delle case migliore che nel resto d’Italia”.


RALLENTA FLESSIONE PRESTITI. I prestiti bancari rallentano il calo, ma non quelli a imprese e famiglie. L’outlook mensile dell’Abi riferisce che gli impieghi bancari a famiglie e società non finanziarie ammontano ad aprile a 1.426 miliardi di euro, con una flessione annua del 2,2%, a fronte della contrazione del 2,1% registrata in marzo. In lieve recupero, sempre ad aprile, risulta la variazione annua dei prestiti a residenti in Italia al settore privato, pari a 1.580,4 miliardi (-3,1%, contro il -3,7% del mese precedente). Il totale degli impieghi ai residenti in Italia, comprese quindi le pubbliche amministrazioni, si posiziona a 1.848,2 miliardi di euro, segnando una flessione annua del 2,5% (-3,1% il mese precedente).


IN CALO SOFFERENZE NETTE. Nuovo record per le sofferenze lorde delle banche italiane, che salgono a fine marzo a 164,6 miliardi di euro, 2,6 miliardi in più rispetto a febbraio e circa 33,6 miliardi in più rispetto a un anno prima. L’incremento annuo è pari al 25,7%, comunque in leggero rallentamento rispetto al +27% registrato in febbraio. In rapporto agli impieghi le sofferenze lorde risultano pari all’8,6% a marzo 2014 (6,6% un anno prima). Calano invece le sofferenze al netto delle svalutazioni a seguito di operazioni di cessione di crediti deteriorati. Le sofferenze nette sono state pari in marzo a circa 75,7 miliardi di euro, in riduzione rispetto ai 78,2 miliardi del mese precedente. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono aumentate di circa 11,5 miliardi (+18% l’incremento annuo, in decelerazione rispetto al +32,8% di un anno prima). Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali è stato pari a marzo al 4,12% (4,27% a febbraio).

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