Milano, 25 apr. (LaPresse) – L’agenzia di rating statunitense Fitch ha confermato questa mattina il rating dell’Italia a BBB+ migliorando allo stesso tempo l’outlook da “negativo” a “stabile”. Gli analisti ritengono che la recessione per il nostro Paese sia sulla via della fine. Le condizioni di finanziamento dell’Italia sono migliorate e i rischi legati al settore finanziario sono diminuiti con le grandi banche che hanno beneficiato di migliori condizioni di mercato per rafforzarsi.
“La recessione profonda e prolungata dell’Italia è finita nella seconda metà del 2013″ precisa Fitch e il debito sovrano italiano beneficia di un significativo miglioramento delle condizioni di finanziamento dalla metà del 2012”. Inoltre, prosegue l’agenzia di rating, l’Italia “ha dimostrato flessibilità e resistenza nel finanziarsi durante la crisi del debito” con una vita media dell’indebitamento che si è attestata a 6,4 anni a fine 2013.
“I rischi potenziali del settore finanziario – si legge ancora nella nota diffusa da Fitch – sono diminuiti e le grandi banche hanno approfittato delle migliori condizioni di mercato per rafforzare il capitale in vista della verifica della qualità dell’attivo globale della Bce e fino ad oggi sono state annunciate alcune nuove emissioni azionarie per 10 miliardi di euro complessivi”. L’agenzia ricorda come l’Italia abbia registrato un surplus delle partite correnti nel 2013 “per la prima volta dall’inizio della crisi finanziaria”.
Gli economisti di Fitch prevedono che “il surplus si allargherà nel 2014, trainato dalla domanda di esportazioni più forte” anche dall’eurozona anche se “le importazioni rimarranno sottomesse” per la debolezza della domanda interna. Per l’agenzia di rating il debito pubblico dell’Italia toccherà il picco del 135% del Pil quest’anno, per poi calare “lentamente” ma restando al di sopra del 130% fino al 2017. Inoltre, ricorda Fitch, “gli indicatori del mercato del lavoro e l’inflazione evidenziano la fragilità dell’economia”. La disoccupazione è aumentata a febbraio al record del 13%, mentre l’inflazione annua è caduta ad appena un +0,3% in marzo. Per quanto riguarda il deficit, gli economisti statunitensi ritengono che sarà vicino al 3% del Pil per il terzo anno consecutivo. “Nonostante i miglioramenti ciclici – viene spiegato ancora nell’analisi – il potenziale di crescita in Italia resta debole”, rispetto agli altri Stati membri della zona euro.
Tuttavia, sostiene Fitch, fattori positivi sono l’economia “con alto valore aggiunto e diversificata”, il debito privato “a livelli moderati” e un sistema pensionistico “sostenibile”. L’outlook stabile riflette la valutazione che i rischi al ribasso sono “attualmente equilibrati”. Tra gli elementi che possono peggiorare le prospettive c’è “l’instabilità politica” che può rendere “paralizzate” le politiche economiche e fiscali, ma che pure può “l’indebolire il sostegno politico per il percorso di consolidamento fiscale a medio termine”. Per girare l’outlook in positivo, indica Fitch, c’è bisogno di un “calo marcato” del debito pubblico o di “una ripresa sostenuta e su larga base”.