Washington (Usa), 10 apr. (LaPresse) – Per l’Italia “è importante” una riforma del mercato del lavoro “inclusiva” perché “una parte significativa della popolazione, soprattutto i giovani, è sottoccupata o disoccupata”. Lo si legge nell’Agenda globale 2014 del Fondo Monetario Internazionale, presentata al meeting di primavera dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Come l’Italia, hanno bisogno di questo tipo di riforma “Spagna, Sudafrica e molti Paesi del Medioriente e del Nord Africa”. Invece Germania, Giappone e Corea devono rivedere il proprio mercato del lavoro, sostiene il Fondo, per “contrastare gli effetti dell’invecchimento della popolazione”, includendo “donne e lavoratori più anziani”.

“RIPRESA ANCORA DEBOLE”. La crescita globale “si rafforza”, ma “la ripresa è disomogenea e rimane troppo debole per compiacersi”, si legge nel documento presentato da Lagarde. Secondo il documento “le tensioni geopolitiche sono fonti di nuove preoccupazioni”. Per Lagarde “le sfide principali includono i rischi di un aumento della volatilità del flusso di capitale per le economie emergenti e l’inflazione molto bassa nelle economie avanzate, in particolare nell’area dell’euro”. “Il nostro obiettivo collettivo – dichiara Lagarde – rimane la creazione per l’economia globale di un mercato del lavoro più dinamico e ricco di possibilità di impiego”. Per questo, precisa il direttore generale del Fmi, “i politici dovrebbero gestire la ripresa più attivamente e rafforzare la propria cooperazione per ridurre al minimo ricadute negative e promuovere la stabilità finanziaria”.

“AZIONE BCE E’ QUESTIONE DI TEMPO”. I nuovi passi della Bce “sono incoraggianti” in quanto i membri del consiglio direttivo hanno detto che “sono pronti ad usare qualsiasi strumento” a loro disposizione, afferma Lagarde rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della presentazione dell’agenda. “Ora – prosegue Lagarde – è solo una questione di tempo. Prima si agisce e meglio è”. Il direttore generale del Fmi ha tuttavia sottolineato che è la Bce che “ha le dita sul polso dell’economia dell’eurozona”.

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