Roma, 11 feb. (LaPresse) – Nel 2012 il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento. Nei primi mesi del 2013, quattro persone over14 su dieci si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione per la situazione economica presenta una forte variabilità regionale: passa dal 69,2 per cento di Bolzano al 25,3 per cento della Sicilia. Lo rende noto l’Istat che oggi ha pubblicato il documento ‘Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo’. L’Istat specifica che nel 2011 circa il 58 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.956 euro, circa 2.496 euro al mese). La più alta diseguaglianza nella distribuzione del reddito è in Campania mentre in Sicilia si registra il reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del valore medio italiano); sempre in quest’ultima regione, in base al reddito mediano, il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.804 euro annui (circa 1.484 euro al mese).
DISOCCUPAZIONE – Nel complesso, fa sapere l’Istat, nel 2012 risultano occupate sei persone su 10 in età 20-64 anni, con un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne e un marcato divario territoriale tra il Centro-Nord e Mezzogiorno (20,5 punti percentuali). Il tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni è pari al 40,4 per cento, in aumento di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2011 ma inferiore alla media Ue27 (48,9 per cento). L’Istat rende ancora noto che il 13,8 per cento dei dipendenti ha un contratto a termine, valore sostanzialmente analogo alla media europea. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 17,1 per cento. Entrambe le tipologie contrattuali sono più diffuse tra le donne.
CULTURA – Il documento dell’Istat ha abbracciato e analizzato i campi più svariati, dalla cultura alla sanità, dall’ambiente all’informazione. E proprio in quest’ultimo settore emerge che nel 2013 il 43 per cento degli italiani ha letto almeno un libro nel tempo libero. I lettori sono di più al Centro-Nord (49,5 contro il 30,7 per cento del Mezzogiorno) mentre in un’ottica di genere le donne leggono più degli uomini (rispettivamente 49,3 e 36,4 per cento). Si evince quindi che quasi il 60% degli italiani non legge mai. Poco meno di un italiano su due (49,4 per cento), si apprende dal documento dell’Istat, legge un quotidiano almeno una volta a settimana e, tra questi, il 36,2 per cento almeno cinque giorni su sette. Sono sempre più numerose le persone che utilizzano Internet per la lettura di giornali, news o riviste: dall’11,0 per cento del 2005 si passa al 33,2 per cento del 2013. Al primo posto tra le attività culturali svolte fuori casa dagli italiani nel corso del 2013 c’è il cinema (47 per cento della popolazione di 6 anni e più). Seguono le visite a musei e mostre (25,9 per cento).
STRANIERI – All’inizio del 2013 i cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi dei comuni italiani sono quasi 4,4 milioni, pari al 7,4 per cento dei residenti (+8,3 per cento rispetto al 2012). Sul piano territoriale, la distribuzione degli stranieri residenti si conferma non uniforme, con la maggiore concentrazione nel Centro-Nord (quasi l’86 per cento degli stranieri). Al 1 gennaio 2013, rende ancora noto l’Istat, sono regolarmente presenti in Italia oltre 3 milioni 700mila cittadini non comunitari, con un incremento di circa 127mila unità rispetto al 2012. Fra il 2011 e il 2012, si registra un nuovo calo, pari al 27 per cento, del flusso di cittadini non comunitari in ingresso nel nostro Paese. La diminuzione dei nuovi arrivi ha interessato gli uomini (-33 per cento) più delle donne (-19,5 per cento), i permessi per lavoro (-43,1 per cento) più delle nuove concessioni per famiglia (-17 per cento). Gli stranieri in età 15-64 anni residenti in Italia hanno un livello di istruzione simile a quello degli italiani. Il 49,8 per cento degli stranieri è in possesso al più della licenza media (a fronte del 44,1 per cento degli italiani), il 40,5 per cento ha un diploma di scuola superiore e il 9,7 per cento una laurea. Le forze di lavoro straniere rappresentano il 10,6 per cento del totale, concentrate al Nord nel 60 per cento dei casi. Il tasso di inattività della popolazione straniera è inferiore di quasi otto punti percentuali a quello della popolazione italiana (29,4 contro 37,1 per cento). Il tasso di occupazione è infatti più elevato di quello degli italiani (64,7 a fronte del 60,6 per cento), come il tasso di disoccupazione (rispettivamente 14,1 e 10,3 per cento).
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