Francoforte (Germania), 6 feb. (LaPresse) – L’eurozona “sperimenterà un lungo periodo di bassa inflazione” ma “non c’è alcuna deflazione” né in atto né in arrivo, in quando il momento presente “sarà seguito da un movimento al rialzo graduale” del tasso verso l’obiettivo della Bce, sotto ma prossimo al 2%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, incontrando i giornalisti al termine del Consiglio direttivo dell’Eurotower che ha deciso di mantenere il costo del denaro fermo al minimo storico dello 0,25% senza prendere alcuna decisione in merito a possibili misure straordinarie. Tuttavia la Bce “monitora attentamente” gli andamenti monetari “ed è pronta a prendere azioni decisive”, ha sottolineato Draghi, riconoscendo i rischi che arrivano dal “lungo periodo di bassa inflazione” che attende l’eurozona. “Non abbiamo agito oggi – ha evidenziato – perché avevamo bisogno di ulteriori informazioni”. Secondo Draghi la disoccupazione che “rimane alta” indebolisce la domanda, tanto che perfino gli incrementi delle aliquote Iva “non si stanno trasferendo sui prezzi in Italia e in Francia”.
Il recupero dell’attività economica nell’eurozona procede “a un ritmo lento”, ha dichiarato Draghi, precisando che anche se “ci sono segnali incoraggianti di una ripresa modesta negli ultimi mesi”, questa rimane “fragile e irregolare”. Per sostenere l’eurozona la politica monetaria “rimarrà accomodante per tutto il periodo necessario” con tassi “ai livelli attuali o inferiori ancora a lungo”. Sull’area della moneta unica, ha detto il numero uno dell’Eurotower, ci sono ancora “rischi al ribasso” e “gli sviluppi sui mercati globali monetari e finanziari sono incerti, soprattutto nelle economie emergenti”. La Bce sta vagliando “numerosi strumenti” per fronteggiare tutte le possibilità, tra cui lo stop alla sterilizzazioni della liquidità dall’acquisto di titoli di Stato, opzione che non otterrebbe probabilmente il via libera dalla Bundesbank.
Sulla situazione delle banche nell’eurozona, Draghi ha spiegato che l’offerta di “credito si sta stabilizzando, ma resta debole” sostenendo, a proposito dei prossimi stress test europei sugli istituti di credito, che “mantenere i bilanci delle banche opachi non aiuterebbe”. Rispondendo ancora a numerose domande sul rischio deflazione, il presidente della Bce ha evidenziato che “non c’è alcuna analogia con la situazione del Giappone negli anni ’90” e ha ricordato che l’inflazione nell’area della moneta unica “non è molto diversa dagli Stati Uniti, dove la ripresa è in corso da più tempo”.