Pechino (Cina), 7 gen. (LaPresse/AP) – Tra le 3 e le 5 banche private potranno essere aperte in Cina nel corso del 2014, nell’ambito del piano di riforme mirato ad aprire il sistema finanziario del Paese e a sostenere la crescita economica. Ad annunciare la misura è stata la Commissione regolatrice sulle banche in Cina, aggiungendo che considererà anche la possibilità di limitare le barriere che limitano l’accesso al Paese alle banche straniere. L’anno scorso l’ente bancario aveva promesso che avrebbe concesso la fondazione di banche finanziate privatamente nell’ambito di riforme mirate a rendere la Cina un Paese più produttivo. L’industria bancaria cinese si basa principalmente su gruppi di Stato e i riformisti sostengono che il governo dovrebbe fare di più per aiutare gli imprenditori che creano la maggior parte dei nuovi posti di lavoro e della ricchezza in Cina. La commissione non ha fornito alcun dettaglio sugli ambiti bancari in cui le nuove banche potranno operare. Tuttavia, in un comunicato, il regolatore precisa che l’apertura degli istituti di credito è ancora “un progetto pilota” per promuovere “la modernizzazione della governance” del sistema finanziario cinese. Qualsiasi riforma bancaria ha un forte impatto politico in Cina, in quanto gli istituti di credito rappresentano lo strumento più forte per il controllo dell’economia da parte del Partito comunista cinese. Il governo del presidente Xi Jinping ha già avviato, a piccoli passi, misure per rendere l’industria bancaria più allineata al mercato. A luglio Xi ha annunciato la fine di controlli sui tassi di interesse su prestiti.

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