Ue: Maxi-multa da 1,71 mld a 6 banche per scandalo Euribor-Libor

Ue: Maxi-multa da 1,71 mld a 6 banche per scandalo Euribor-Libor

Bruxelles (Belgio), 4 dic. (LaPresse) – Maxi-sanzione antitrust complessiva da 1,71 miliardi di euro per sei tra le maggiori banche mondiali accusate di aver manipolato i tassi Euribor, Libor e Tibor attraverso diversi cartelli. A multare gli istituti di credito internazionale è stata la Commissione Ue. Gli istituti colpiti dalla sanzione sono Deutsche Bank, Societe Generale, Rbs, JPMorgan, Citigroup e Rp Martin. Tra le banche coinvolte nell’indagine, nessuna multa è stata invece inflitta a Ubs e Barclays. Questi ultimi due gruppi internazionali hanno beneficiato dell’immunità per aver collaborato rivelando l’esistenza dei cartelli, che hanno manipolato i tassi di interessi su prodotti derivati in euro e in yen. Per quanto riguarda gli illeciti in valuta europea, Bruxelles ha individuato il periodo di infrazione in settembre 2005 – maggio 2008 e le banche coinvolte in Barclays, Deutsche Bank, Rbs and Societe Generale. Le indagini della Commissione sono iniziate nell’ottobre del 2011, mentre il procedimento è stato ufficialmente aperto lo scorso marzo. Sulla manipolazione dei derivati in yen l’antitrust Ue ha rilevato 7 distinti cartelli bilaterali, della durata da 1 a 10 mesi, costituiti tra il 2007 e il 2010. In questo procedimento le banche coinvolte erano Ubs, Rbs, Deutsche Bank, Citigroup e JPMorgan. Il commissario Ue alla concorrenza, Joaquin Almunia, ha affermato che “ciò che è scioccante a riguardo degli scandali Euribor e Libor è non soltanto la manipolazione dei tassi di riferimento, ma anche la collusione tra le banche che dovrebbero essere in concorrenza tra loro”. “La decisione di oggi – ha aggiunto Almunia – manda un chiaro messaggio, e cioè che la Commissione è determinata a combattere e sanzionare questi cartelli del settore finanziario. Un sana concorrenza è fondamentale per garantire che i mercati finanziari funzionino correttamente e al servizio dell’economia reale, non nell’interesse di pochi”.

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