Milano, 3 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso in scia ai timori che la Federal Reserve possa iniziare la riduzione del suo piano di acquisto asset prima di quanto atteso. Timori che sono scattati dopo i buoni dati di ieri sulla manifattura e la spesa per le costruzioni. Queste paure si sono fatte sentire anche a Wall Street dove il Dow Jones ha perso la soglia psicologica dei 16.000 punti. Continua invece a viaggiare in controtendenza la Borsa di Tokyo dove il Nikkei ha registrato il livello più alto degli ultimi sei anni in area 15.750 punti, sostenuto dalla continua discesa dello yen e dalle aspettative di nuove misure espansive da parte della Bank of Japan. Sul secondario lo spread, stabile a 235 punti base, non ha risentito del richiamo di Olli Rehn secondo cui l’Italia non sta rispettando l’obiettivo di riduzione del debito. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,95% a 18.366 punti.
Ancora vendite su Telecom Italia. Il titolo del gruppo dei telecomunicazioni, dopo aver perso ieri circa il 2,5%, oggi è arretrato del 2,21% a 0,684 euro. Il ritracciamento è iniziato dopo la smentita dell’esistenza di trattative per la cessione di Tim Brasil. Secondo Il Messaggero, invece, Tim Brasil e Telefonica Brasil potrebbero unirsi. “Noi crediamo che questo scenario possa avere implicazioni negative per Telecom Italia e il gruppo italiano potrebbe ritrovarsi con una quota di minoranza nella newco”, hanno scritto gli analisti di Ubs che hanno mantenuto il giudizio di vendita sul titolo Telecom Italia con target price a 0,34 euro. Male anche Fiat (-2,37% a 5,57 euro) dopo le deludenti immatricolazioni in Italia. Al Lingotto non sono bastate le vendite Usa di Chrysler, salite in novembre del 16% a 142.275 autovetture. Giù anche Cnh Industrial che ha perso il 3,87% a 7,94 euro.
Ancora debole Enel (-2,61% a 3,138 euro) che ieri era stata penalizzata dalle notizie provenienti dalla Spagna dove è presente con la controllata Endesa. A sorpresa il ministero delle Finanze iberico con un emendamento ha annullato 3,6 miliardi di euro complessivi di finanziamenti legati al settore elettrico. Atlantia (-2,05% a 15,80 euro) non ha sfruttato la promozione arrivata questa mattina da JPMorgan. Gli analisti della banca americana hanno alzato il giudizio sul titolo a overweight dal precedente neutral, portando il target price a 19 euro da 15,30 euro. “Crediamo che il matrimonio con Gemina rafforzi la storia di Atlantia attraverso un miglioramento nei ritorni e una maggiore liquidità che farà nascere un nuovo player globale nelle infrastrutture”, hanno scritto gli esperti.Deboli i titoli del comparto bancario: Mediobanca ha ceduto il 2,49% a 6,07 euro, Intesa SanPaolo il 2,49% a 1,722 euro, Banco Popolare l’1,53% a 1,351 euro, Popolare di Milano il 2,17% a 0,428 euro, Unicredit l’1,80% a 5,19 euro, Ubi Banca l’1,71% a 4,834 euro. In controtendenza Autogrill (+0,16% a 6,10 euro) in scia alle parole di Gilberto Benetton. Ieri sera il presidente del gruppo ha dichiarato che Autogrill può crescere ancora sia per linee interne sia attraverso aggregazioni con qualche società internazionale. Tod’s (-0,64% a 123,70 euro) è finita sotto la lente di Credit Suisse. Gli analisti della banca svizzera hanno riavviato il giudizio sul titolo della società marchigiana fissando il target price a 140 euro, con un potenziale di upside pari al 15%.