Milano, 2 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso con l’indice Ftse Mib che ha perso l’1,52% a 18.732 punti appesantito dai forti cali di alcuni big del calibro di Enel, Telecom Italia e Finmeccanica. Piazza Affari ha così registrato la peggiore performance tra le principali Borse europee. Il listino milanese ha snobbato alcune buone indicazioni arrivate dal fronte macro: il Pmi manifatturiero italiano a novembre è salito a 51,4 punti, il livello più alto dal maggio 2011, mentre negli Stati Uniti l’Ism manifatturiero di novembre è salito a 57,3 punti dai 56,4 punti del mese precedente. Il dato è migliore delle attese degli analisti che indicavano 55,1 punti. La settimana appena iniziata vede in primo piano l’appuntamento di giovedì con il meeting Bce. Prevista una conferma dell’attuale politica monetaria dopo il taglio dei tassi di inizio novembre al nuovo minimo storico dello 0,25%. Da monitorare saranno le parole di Mario Draghi, in merito a possibili ulteriori mosse di stimolo.
Enel ha indossa la maglia nera sul Ftse Mib con un ribasso del 3,76% a 3,222 euro in scia alle notizie provenienti dalla Spagna dove è presente con la controllata Endesa. A sorpresa il ministero delle Finanze iberico con un emendamento ha annullato 3,6 miliardi di euro complessivi di finanziamenti legati al settore elettrico. Le vendite hanno colpito anche Telecom Italia (-2,51% a 0,70 euro). Prima dell’apertura dei mercati l’ex monopolista ha diffuso una nota, sollecitata dalla Consob, nella quale ha chiarito che la partecipazione in Tim Brasil è ancora ritenuta strategica. Proprio per questo motivo la società ha fatto sapere di non aver al momento intavolato alcuna trattativa di vendita. Saipem ha perso il 2,97% a 16,03 euro pagando il downgrade di JP Morgan, che ha tagliato il giudizio sul gruppo petrolifero a underweight dal precedente neutral. Tra i peggiori di seduta da segnalare anche Finmeccanica che ha lasciato sul parterre il 2,61% a 5,22 euro. Generali (-0,77% a 16,75 euro) è finita sotto la lente di Citigroup. Gli analisti della banca americana, nonostante abbiano alzato il target a 15 euro da 13,80 euro, hanno confermato il giudizio di vendita (sell) sul titolo della compagnia assicurativa. “Il management non ha alzato i target sul Roe e sul cash flow nonostante abbia aumentato l’ambizioso piano di contenimento dei costi a 1 miliardo di euro dai 600 milioni indicati in gennaio”, hanno scritto gli esperti di Citigroup. Deboli i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,79% a 1,372 euro, Ubi Banca l’1,32% a 4,918 euro, Montepaschi l’1,07% a 0,184 euro, Intesa SanPaolo lo 0,79% a 1,766 euro, Unicredit l’1,03% a 5,285 euro.
Stm ha limitato i danni con un meno 0,09% a 5,805 euro dopo che l’assemblea straordinaria degli azionisti ha approvato tutte le proposte in agenda. Le delibere proposte dal Consiglio di Sorveglianza riguardavano: la distribuzione di un dividendo in contanti di 0,10 dollari Usa per azione per il quarto trimestre 2013 e per il primo trimestre 2014 e una modifica dello Statuto della Società che autorizza il CdS a deliberare la distribuzione di dividendi trimestrali dalle riserve della società. Tra i migliori World Duty Free che ha mostrato un progresso dello 0,99% a 8,69 euro.
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