Roma, 18 nov. (LaPresse) – La percentuale delle società controllate con partecipazioni inferiori al 50 per cento del capitale o attraverso patti parasociali è cresciuta dal 28 al 36 per cento (dal 30 al 53 per cento circa in termini di valore di mercato). E’ quanto emerge dal Rapporto della Consob sulla corporate governance delle società quotate. Tuttavia, sottolinea la Commissione, “in anni recenti si è assistito a una progressiva diluizione degli azionisti di maggioranza a favore di forme di controllo più deboli o di tipo coalizionale” pur confermandosi “le tradizionali caratteristiche del mercato italiano in termini di concentrazione proprietaria e di limitata contendibilità del controllo”. Nel capitalismo italiano, scrive ancora la Consob, “le famiglie rivestono un ruolo rilevante in quanto a esse sono riconducibili quasi i due terzi delle società quotate (prevalentemente piccole società operanti nel settore industriale, equivalenti a circa un quarto della capitalizzazione di mercato)”. Cresce inoltre il numero di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate. “A seguito dell’emanazione della Legge 120/2011 (entrata in vigore nell’agosto 2012) – scrive la Commissione – la rappresentanza femminile è cresciuta in modo consistente negli ultimi anni. A fine giugno 2013 il 17 per cento dei posti di consigliere risulta ricoperto da donne (a fine 2011 erano il 7,4 per cento) e in 198 imprese (135 a fine 2011) almeno una donna siede nel board”. Tuttavia, evidenzia la Consob, “le donne ricoprono principalmente cariche non esecutive: sono amministratori indipendenti nel 60 per cento dei casi, mentre solo il 3,2 per cento delle donne riveste il ruolo di amministratore delegato”.