Roma, 16 nov. (LaPresse) – Tra pensionati e lavoratori dipendenti, saranno poco più di 33 milioni gli italiani che percepiranno la tredicesima. La cifra complessiva che finirà nelle loro tasche si aggira attorno ai 37 miliardi di euro. A rischio quelle dei lavoratori dipendenti delle piccole imprese. Secondo la Cgia di Mestre, le tredicesime del prossimo dicembre rimarranno sostanzialmente invariate rispetto all’anno scorso. Un operaio specializzato con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 21mila euro (pari ad uno stipendio mensile di 1.255 euro) riceverà una tredicesima più ‘pesante’ di appena un euro rispetto a quella dell’anno scorso. Un impiegato con un reddito lordo annuo di oltre 25.600 euro (pari ad una busta paga netta di 1.419 euro) avrà 2 euro in più nella tredicesima di quest’anno. Infine, un capo ufficio con un reddito lordo annuo di quasi 50mila euro (che corrisponde ad uno stipendio mensile netto di 2.545 euro) non beneficerà di alcun aumento.

“Nei primi nove mesi di quest’anno – spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – l’inflazione e gli adeguamenti retributivi dei lavoratori dipendenti sono aumentati in egual misura: se il costo della vita è cresciuto dell’1,3 per cento, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito dell’1,4 per cento. Pertanto, rispetto allo stesso periodo del 2012, il potere d’acquisto dei lavoratori è rimasto pressoché invariato”. Secondo le stime della Cgia, il volume complessivo delle tredicesime ammonterà a a 37 miliardi di euro. Questa somma garantirà alle casse dell’erario un gettito di oltre 9,5 miliardi di euro. Per Bortolussi “l’auspicio è che una buona parte di questi 37 miliardi vengano spesi per rilanciare i consumi interni”.

A livello regionale, la concentrazione più rilevante di coloro che incasseranno la tredicesima mensilità si registra in Lombardia, con poco più di 6 milioni di persone. Segue il Lazio, con oltre 3 milioni di percettori e il Veneto, con quasi 2 milioni e 900 mila destinatari. Se per i pensionati non dovrebbero esserci problemi, la stessa cosa, dice la Cgia, non può essere affermata per i lavoratori dipendenti del settore privato. “Non siamo in grado di dimensionare l’entità del fenomeno. Tuttavia – dice Bortolussi – abbiamo la percezione che molti imprenditori potrebbero trovarsi in difficoltà nel pagare le tredicesime. Da sempre il mese di dicembre presenta una elevata concentrazione di scadenze fiscali e contributive. Detto ciò, è possibile, considerata la scarsa liquidità a disposizione, che molti decidano di onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della tredicesima, o di una parte di essa, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti”.

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