Roma, 12 nov. (LaPresse) – “In Italia ci sono segnali qualitativi di un miglioramento dell’economia”. Lo si legge nel Rapporto sulla stabilità finanziaria diffuso dalla Banca d’Italia, che sottolinea che “le indagini sulle imprese italiane indicano che la contrazione dell’attività industriale ha subito una battuta d’arresto”, ma “le prospettive restano incerte”. Il rapporto segnala come prosegue il miglioramento della bilancia commerciale con l’estero “grazie alla continua ma moderata crescita delle esportazioni”. Inoltre la Banca d’Italia evidenzia che “il numero di transazioni immobiliari si è stabilizzato, ma i prezzi delle case sono ancora in calo, anche se a un ritmo più lento”. Il rapporto sottolinea ancora che la liquidità del mercato dei titoli di Stato italiani “è migliorata e i tassi sono diminuiti”, con i non residenti che “hanno continuato a effettuare acquisti netti” sul debito.
“CREDITO CONTINUA A CONTRARSI”. Per Bankitalia il credito alle imprese “continua a contrarsi” sia per “la debolezza della domanda” sia per “l’orientamento restrittivo delle banche che deriva soprattutto dalla crescente rischiosità” dei prestiti.
“LUNGA RECESSIONE PESA SU IMPRESE”. “La redditività delle imprese è in declino, a causa della recessione prolungata”, evidenzia la Banca d’Italia, che sottolinea che “la percentuale di aziende finanziariamente fragili è aumentata”. Per Palazzo Koch “la notevole incertezza riguardo la forza e la tempistica della ripresa, insieme alle difficili condizioni di accesso al credito (soprattutto per le piccole imprese di media dimensione) sono ancora fonti significative di rischio”.
“CALA REDDITO FAMIGLIE, MA TENGONO”. “Nonostante un calo del reddito disponibile, le condizioni finanziarie delle famiglie indebitate e le misure a favore dei mutuatari aiutano a limitare l’onere del servizio del debito”, scrive la Banca d’Italia. La percentuale di famiglie finanziariamente vulnerabili non è aumentata e deve rimanere stabile anche l’anno prossimo”, precisa via Nazionale.
“EUROZONA IN RIPRESA, MA ANCORA RISCHI”. Nell’eurozona, segnala Palazzo Koch, “i segnali indicano una ripresa”, ma “il rischio principale rimane quello di una nuova spirale al ribasso per la fragilità economica, la crisi del debito sovrano e la vulnerabilità delle banche”.