Francoforte (Germania), 7 nov. (LaPresse) – “C’è ancora spazio” per tagliare i tassi di interesse. Lo afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa a Francoforte, precisando che la scelta del consiglio direttivo di portare i tassi al minimo storico dello 0,25% “è in linea con la nostra forward guidance” indicata lo scorso luglio. Per Draghi la riduzione del costo del denaro è stata “una decisione efficace, basta vedere la reazione dei mercati”. Il presidente della Bce avverte che “sperimenteremo un periodo prolungato di bassa inflazione” nell’eurozona, “con rialzi graduali e progressivi fino all’obiettivo di un livello sotto ma prossimo al 2%”. Tuttavia, ribatte ai giornalisti, la Bce non teme la deflazione. Nell’eurozona, sottolinea Draghi, “non c’è alcun rischio” di un lungo periodo di deflazione e crescita stagnante come avvenuto negli anni passati in Giappone. L’ex numero uno di Bankitalia rivela che la decisione sui tassi è stata presa a maggioranza. La discussione sul taglio dei tassi in consiglio direttivo della Bce è stata “sui tempi”, i membri si sono chiesti “se agire oggi o no”, ma “tutti erano d’accordo” sul fatto che il costo del denaro si sarebbe dovuto ridurre. L’inquilino dell’Eurotower dichiara inoltre che l’euro forte non è stata una delle motivazioni che hanno indotto i vertici di Francoforte a ridurre i tassi. “I tassi di cambio – sottolinea – non sono un target della nostra politica e non hanno svolto alcun ruolo nella discussione odierna. Mi pare di ricordare che non sono stati nemmeno menzionati”.

Per quanto riguarda l’attività economica, nell’eurozona “si registrerà una ripresa a ritmo moderato” nel secondo semestre che sarà “sostenuta dalla politica accomodante”, che prevede tassi bassi ancora a lungo. La Bce rimane pronta a utilizzare “tutti gli strumenti a sua disposizione” per sostenere la ripresa dell’eurozona, dice ancora Draghi, che annuncia che l’Eurotower ha deciso di condurre “le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine a tre mesi (Ltro) fino alla fine del secondo trimestre del 2015”. Per il numero uno della Bce, in vista degli stress test di Francoforte sugli istituti di credito europei, “è essenziale” che “la resistenza delle banche sia rafforzata dove necessario”. Anche perché sulla crescita rimangono “rischi al ribasso”. Draghi avverte che la disoccupazione è ancora “alta”, vuole tuttavia rassicurare sul fatto che l’eurozona “ha i fondamentali più forti del mondo”. Ma, precisa, perché questo si traduca in una “ripresa galoppante”, servono riforme strutturali per la competitività e per non vanificare gli sforzi sui conti pubblici.

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