Borsa, Milano chiude in ribasso: deboli banche, male Fiat

Borsa, Milano chiude in ribasso: deboli banche, male Fiat

Milano, 17 ott. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta all’insegna del ‘sell on news’ complice la frenata delle banche e il calo di Fiat. L’indice Ftse Mib ha archiviato la giornata con un ribasso dello 0,40% a 19.198 punti. Nella notte è arrivata la notizia che tutti aspettavano: il Congresso Usa ha raggiunto l’accordo per l’innalzamento del tetto del debito. Accordo che, seppur temporaneamente, ha evitato uno schok sia sociale (pagamenti di pensioni e dipendenti pubblici) sia finanziario (pagamento degli interessi sui titoli pubblici). Oltre all’innalzamento del debito, è stata anche trovata l’intesa per far cessare lo ‘shutdown’ che da circa due settimane paralizzava alcune attività federali. In Italia, mentre il premier Letta è in visita a Washington, il Tesoro ha annunciato una nuova emissione di Btp Italia che si terrà dal 5 all’8 novembre. Infine in Germania la Cdu e l’Spd hanno deciso di avviare le trattative per la formazione di un governo di grande coalizione.

A Piazza Affari Fiat è scivolata sul fondo del Ftse Mib con un ribasso del 2,28% a 5,995 euro. Secondo Equita, il terzo trimestre sarà penalizzato “dall’effetto traslazione cambi sfavorevole, in particolare in valuta brasiliana e statunitense che rappresentano le due aree geografiche più profittevoli, e dal ritardo nel lancio del nuovo Jeep Cherokee per un problema al software che gestisce il cambio”. Questi effetti, a detta degli analisti della sim milanese, saranno parzialmente compensati dall’ulteriore riduzione delle perdite in Europa e dai primi benefici della crescita dei volumi da parte di Maserati. Per questi motivi Equita si aspetta “un terzo trimestre simile a quello dello scorso anno che rende più sfidante il raggiungimento della guidance 2013 di trading profit (4-4,5 miliardi di euro)”. Debole il comparto bancario che ha tirato il freno dopo i rialzi delle ultime sedute: Popolare di Milano ha ceduto lo 0,97% a 0,512 euro, Mediobanca lo 0,47% a 6,37 euro, Intesa SanPaolo lo 0,49% a 1,816 euro, Popolare dell’Emilia Romagna lo 0,64% a 6,935 euro. In controtendenza Ubi Banca, che ha mostrato un progresso dell’1,30% a 5 euro, e Unicredit, che è salita dello 0,63% a 5,605 euro. Dopo la debolezza delle ultime sedute Salvatore Ferragamo è rimbalzata con un più 2,20% a 25,13 euro, mentre Autogrill ha guadagnato il 2,38% a 6,655 euro dopo aver rafforzato la sua presenza nel Regno Unito, aggiudicandosi due nuove concessioni per le attività ‘food & beverage’ nelle stazioni dell’Eurotunnel e all’interno dell’aeroporto di East Midlands.

Telecom Italia (+0,49% a 0,725 euro) sotto i riflettori dopo che il Senato ha approvato la mozione sugli assetti societari del gruppo delle telecomunicazioni. La mozione impegna il Governo a modificare la legge sull’Offerta pubblica dì acquisto (Opa). I sì sono stati 208, nessun contrario e 44 astenuti. Per Findim, azionista di Telecom Italia con una quota del 5%, il nuovo assetto di Telco condiziona la gestione del gruppo. La società di Marco Fossati ha motivato la richiesta, anticipata da un comunicato del colosso tlc, di convocare un’assemblea di Telecom per revocare la maggioranza del Cda ed eventualmente procedere alla nomina di uno nuovo.

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