Milano, 27 set. (LaPresse) – “Nonostante il nostro sistema finanziario abbia resistito bene alla crisi, la debolezza della ripresa lo rende vulnerabile. Sulle banche pesano i capitali non performanti, la debolezza di alcune governance soprattutto dove ci sono delle fondazioni, e l’eccessiva esposizione verso i titoli di Stato, qualora questi tornassero a crescere”. E’ quanto si legge nella sintesi del rapporto sull’Italia del Fondo monetario internazionale. L’Fmi precisa che “le difficoltà delle condizioni del credito e la recessione hanno lasciato un’eredità pesante sulle banche italiane, dal 2007 i depositi non performanti sono triplicati. Le condizioni difficili del credito hanno depresso i consumi ed i prestiti alle aziende”.
Tuttavia, “nonostante un’economia debole gli stress test suggeriscono che il sistema bancario italiano può affrontare le perdite derivanti da uno scenario economico negativo”. Per superare la crisi, suggerisce l’Fmi, il governo deve subito trovare le coperture all’abolizione dell’Imu e deve rendere possibili le riforme strutturali. “Bene ha fatto l’Italia – si legge nel report del Fondo Monetario internazionale – applicando misure fiscali in un momento non facile, generando uno dei più alti surplus primari dell’area euro. Per proteggere questi risultati, vanno subito trovate le coperture all’abolizione dell’Imu sulla prima casa, cercando anche di supportare la crescita tagliando le imposte su lavoro e capitale, senza allargare la base imponibile, in questo senso va rafforzata la lotta all’evasione fiscale. Anche delle nuove privatizzazioni non vengono escluse”. “Senza riforme strutturali – avverte l’Fmi – la crescita a medio-lungo termine resterà bassa. A causare tutto ciò una produttività bassa, un clima di sviluppo del business difficile e un settore pubblico troppo influente. A pesare anche un sistema giudiziario troppo alto per fare business – si legge ancora nel report – Pesano anche gli investimenti esteri bassi, così come la dimensione bassa delle società del mercato finanziario”.
I DATI – L’Fmi nel suo report sull’Italia informa che “nel 2013 in Italia c’è da aspettarsi un calo del Pil dell’1,8%, nel 2014 ci si aspetta una crescita dello +0,7%. La domanda interna calerà del 2,6% nel 2013 e crescerà dello 0,2% l’anno prossimo, quando si prevede anche una crescita dell’export del 2,3 ed una crescita dell’import dello 0,5%. La disoccupazione per l’Fmi nel 2013 si fermerà al 12,5% per calare al 12,4% nel 2014”.
Il bilancio pubblico, secondo l’Fmi, “calerà del 3,2% quest’anno è del 2,1% del Pil nel 2014, portando così al pareggio strutturale i nostri conti a fine 2014, con un debito che arriverà al 133,1% del Pil, a fine 2013 ci fermeremo al 132,3%”.
“Il surplus primario nel 2013 è atteso al 2,2% e continuerà a salire fino al 5,6% nel 2018”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata