Roma, 25 set. (LaPresse) – “Il Governo è stato avvertito dell’operazione a cose fatte”. Così il viceministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricalà nel corso di un’audizione in commissione al Senato su Telecom Italia. “Non sta a me – ha aggiunto Catricalà – esprimere un giudizio in merito a ciò che è accaduto nella notte tra il 23 e il 24 settembre nell’ambito di una Società totalmente privata. Certo è che fino a quella notte le scelte in campo riguardavano le opportunità che il presidente Bernabè offriva alle società con lo specifico fine di incrementare le capacità di Telecom di investire, mantenere il proprio rating, e aggredire il mercato”.
Il viceministro ha poi spiegato che “il Governo è interessato alla governance della rete di telecomunicazioni. Vanno tenuti distinti i due aspetti rilevanti dell’area di attività di Telecom. Il servizio ha natura imprenditoriale/commerciale. La gestione della rete ha anche natura strategica. Per questi motivi l’asset potrebbe anche rientrare tra gli oggetti dei poteri speciali su attività e infrastrutture strategiche previste dalla legge n. 56/2012”. “Sul punto – ha aggiunto Catricalà – il presidente Enrico Letta potrà essere più completo ed esaustivo nell’audizione prevista per martedì, anche perché già da tempo si stanno svolgendo gli approfondimenti tecnici necessari a definire gli ambiti entro i quali, conformemente al diritto europeo, si possono legittimamente esercitare i poteri speciali”. Secondo il viceministro, in ogni caso, “un cambio di controllo su una società di questa rilevanza comporta come necessaria conseguenza un confronto chiaro e leale tra il Governo e i soci di riferimento”. I punti del confronto, ha sottolineato, dovranno riguardare in particolare “il mantenimento dei livelli occupazionali, l’adeguatezza dei nuovi investimenti, il mantenimento e miglioramento della qualità del servizio, la separazione tra governance della rete e governance del servizio”.