Telecom, soci Telco vendono a Telefonica: stretta finale

Telecom, soci Telco vendono a Telefonica: stretta finale

Milano, 23 set. (LaPresse) – Si lavorerà ancora tutta la notte, ma Telecom è diventata spagnola. E’ tutto successo in meno di un chilometro quadrato a Milano. Telecom dopo mesi di rinvii ha cambiato padrone in poche ore nel supersalotto dell’economia compreso tra piazzetta Cuccia (Mediobanca), piazza Cordusio (Generali) e via Monte di Pietà (Intesa Sanpaolo). I tre soci italiani che posseggono il 12% di Telecom attraverso la controllante Telco, che ha complessivamente in pancia il 22,45% delle azioni della società di tlc, hanno passato la giornata a muoversi e a riunirsi aggregando anche Marco Fossati che con il suo 5% fuori di patti, ora è un alleato prezioso. L’obiettivo è arrivare a fissare un prezzo equo per azione della loro quota ed offrirlo poi a Telefonica. Che sommando il suo 10% al 2% che emerso oggi essere in mano a Ubs, avrebbe il 30% di Telecom in mano e conseguentemente il controllo senza bisogno di aumenti di capitale.

Ci sono ancora dei particolari da limare, sono necessari vari passaggi, ma già domani potrebbe esserci una comunicazione ufficiale, fanno sapere fonti vicine al dossier. A tirare le fila della vicenda ieri pomeriggio Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, che era l’unico socio italiano in Telco che non aveva chiarito cosa fare in Telco. Bazoli è uscito presto da Ca de’ Sass per tornare dopo qualche ora quando i giochi erano fatti, o quasi. Perché Intesa rischiava molto in questa partita, a differenza di Mediobanca che ha già svalutato la sua partecipazione in telco per 320 milioni, e Generali che ha da mesi annunciato di voler smettere di fare “quello che non è il nostro mestiere” per bocca dell’a.d. Mario Greco all’assemblea degli azionisti lo scorso 30 aprile. Bisognava capire come uscire però dallo scomodo patto di telco, scomodo soprattutto a livello di costi: i titoli di Intesa Sanpaolo e Generali sono infatti ancora a carico in Telco a 1,2 euro mentre il titolo in Borsa viaggia a 0,60 euro. Ballano centinaia di milioni di euro, ecco perché era inutile continuare a tenere in piedi questa struttura di governance, che ha determinato solo perdite, a fronte di una riduzione del debito pagata però dagli azionisti.

Intesa, Mediobanca e Generali quindi si sono messe al lavoro, sfruttando i molti consiglieri in comune e quelli presenti direttamente in Telecom. Dovrebbe essere stato fissato un prezzo perché Telefonica acquisti le loro quote non troppo sopra l’attuale valore di mercato. Resta da definire poi tutta la partita di Tim Brasil su cui Telefonica non può mettere le mani per questioni di antitrust. C’è poi il tema della rete fissa, che va scorporata secondo alcuni e secondo altri no. Di certo c’è ancora molto da finire, ma ieri nelle quiete strade del centro di Milano è finita un’era in Telecom, e forse sono finiti per sempre quei rapporti da ‘salotto buono’ che includevano gruppi editoriali, assicurativi e telefonici tutti sotto il controllo delle banche. A Telefonica il difficile compito di mettere mano al lato industriale di Telecom, migliaia di esuberi e scelte drastiche inevitabili. Domattina le prime verità, forse con una nota. Poi il giudizio passerà al mercato.

Di Jan Pellissier

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