Roma, 23 set. (LaPresse) – Rientreranno domani al lavoro i tre operai Fiat dello stabilimento di Melfi, iscritti alla Fiom, che erano stati licenziati nel 2010 e reintegrati definitivamente da una sentenza della Corte di Cassazione nel luglio scorso. I tre sono Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. I primi due erano all’epoca delegati Fiom e Barozzino, che è stato eletto a febbraio in Senato nelle liste di Sel, era stato in assoluto il delegato a ricevere più voti nelle elezioni del Rsu dello stabilimento lucano del Lingotto. Dopo una sentenza favorevole alla Fiom, che giudicò antisindacale il comportamento della Fiat, e una all’azienda che ne accolse il ricorso, la Corte d’Appello di Potenza, nel 2012, dichiarò illegittimo il licenziamento e dispose il reintegro dei tre operai alla Sata di Melfi. Il Lingotto, pur stipendiando regolaramente i tre operai, non li aveva più fatti rientrare in fabbrica. I lavoratori iscritti alla Fiom erano stati licenziati perché, durante uno sciopero interno notturno, avevano bloccato, per l’azienda, un carrello per il trasferimento di materiali a chi non scioperava. La Cassazione non ha ritenuto tuttavia volontario o premeditato il blocco della produzione. I tre operai, nel giugno scorso, sono stati tuttavia citati in giudizio dalla procura di Melfi per concorso in violenza privata e turbata libertà dell’industria. Il senatore Barozzino attualmente è anche componente della Commissione Lavoro. “Sono veramente felice e spero che questa brutta vicenda sia finita per sempre”, ha commentato Barozzino. Contattato telefonicamente da LaPresse, Barozzino ha aggiunto: “Nessuno ci potrà risarcire di quanto è accaduto in questi tre anni, ma non vivo di rancori”.
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