Def, Pil a -1,7% e deficit sopra 3%. Letta: Pesa instabilità

Roma, 20 set. (LaPresse) – L’instabilità politica “pesa” sui conti e le previsioni relative al quadro economico per il 2013 registrano un peggioramento, ma l’Italia sarà in grado di rispettare gli impegni assunti con Bruxelles. E’ il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a tirare le somme sullo stato di salute dell’economia italiana nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def). Un provvedimento che, sottolinea il premier, contiene “dodici miliardi nel triennio di interventi che servono per rilanciare l’economia e aiutare la società”.

Il quadro che emerge dai dati del Def per quest’anno non promette nulla di buono, se non a partire dal quarto trimestre, quando si registreranno i primi segnali di ripresa. I numeri parlano, infatti, di un prodotto interno lordo in caduta (-1,7%) e di un rapporto deficit/Pil che sforerà, seppure in misura contenuta, il tetto del 3 per cento (3,1% ndr). Letta spiega, tuttavia, che l’impegno di rispettare gli accordi con l’Ue entro la fine dell’anno è “confermato”: servirà sì un “aggiustamento” dello 0,1%, ma la correzione è “alla portata” e non ci sarà bisogno di una nuova manovra.

Parole che trovano eco in quelle del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, pronto a rassicurare sullo stato dei rapporti con l’Europa, definiti “molto buoni”. E proprio Bruxelles accoglie “con favore” l’impegno del governo italiano “a garantire che gli obiettivi di bilancio per quest’anno siano soddisfatti”, come si legge in una nota del portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.

Superata la boa di fine anno, il Def disegna un 2014 tinto di rosa: il Pil rimbalzerà in positivo (+1%), previsione che Saccomanni definisce “realistica” e “non euforistica”, e il deficit si attesterà al 2,3 per cento. Trend in discesa anche per il debito pubblico: passerà dal 132,9% del Pil di quest’anno al 132,8% nel 2014, per poi calare ulteriormente al 129,4% nel 2015. Segnali positivi anche sul fronte dello spread: il differenziale tra i Btp e i bund tedeschi arriverà a 100 punti base alla fine del 2016. Uno scenario che il presidente del Consiglio definisce “positivo”, sottolineando però la necessità di un quadro politico privo di fibrillazioni perchè, spiega, “l’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di scrivere oggi 3%”.

Il capo del Governo rilancia l’azione della sua squadra anche alla luce della prossima scadenza (l’aumento dell’Iva ndr) che rischia di mettere di nuovo in pericolo la tenuta dell’esecutivo: “Ci sono percorsi ambiziosi – dice – ma raggiungibili a patto che ci sia volontà e stabilità politica”.