Jackson Hole (Wyoming, Usa), 23 ago. (LaPresse) – Il “percorso di uscita” dalle politiche monetarie non convenzionali “deve dipendere dal ritmo della ripresa, in modo che questo mitighi gli effetti dell’uscita” dalle misure straordinarie. Lo ha detto il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, intervenendo al simposio organizzato dalla Fed a Jackson Hole. Ma per Lagarde “non c’è fretta di uscire” dalle politiche straordinarie delle Banche centrali. Tali misure, ha aggiunto il numero uno del Fondo “sono ancora necessarie in tutte le aree in cui sono utilizzate, anche se in modo più prolungato in alcune rispetto ad altre.
In Europa, ad esempio, si possono ancora ottenere molte buone cose da queste misure non convenzionali. Anche in Giappone l’uscita è probabilmente ancora lontana nel tempo”. Le parole della Lagarde arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione delle minute della Fed, che hanno rivelato un disaccordo tra i membri del Comitato esecutivo (Fomc) sulla tempistica della riduzione del piano di acquisti di asset per 85 miliardi di dollari al mese.
Per il direttore generale del Fondo “è inoltre importante comunicare con chiarezza i rischi sulla ripresa di un’uscita troppo veloce e i rischi sulla stabilità di un abbandono tardivo” delle politiche strordinarie. Lagarde ha quindi ricordato che le politiche monetarie “non possono provvedere a tutto, non possono dare tutte le risposte, non riescono a risolvere tutti i problemi. Fondamentalmente, le politiche monetarie non convenzionali hanno bisogno di essere completate da un più ampio spettro di msiure che possono far progredire l’economia globale”.
Secondo il direttore generale del Fmi “abbiamo bisogno di un ampio spettro di riforme per sostenere la crescita nel lungo periodo, per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e riparare i sistemi bancari indisposti”. Le politiche monetarie “aiutano a guadagnare più tempo per le riforme”, ha sostenuto Lagarde, che ha sottolineato che “alcuni Paesi, soprattutto nell’eurozona, hanno ancora la necessità di lavorare sul consolidamento fiscale e di stappare le tubature del credito, per ottenere liquidità e contribuire a ridurre la frammentazione finanziaria”.